lunedì 17 maggio 2010

Il sogno del capitano

La 700esima partita con la maglia dell'Inter sarà proprio l'attesa finale di UEFA Champions League. Javier Zanetti, in gol nella finale di Coppa UEFA di 12 anni fa, crede che Mourinho abbia trasferito la sua personalità alla squadra.

Javier Zanetti ha vinto il suo quinto scudetto alla 699esima gara con la maglia dell'FC Internazionale Milano, ma la 700esima potrebbe diventare la più speciale di tutte.

Arrivato nel 1995 dal CA Banfield, Zanetti è stato il primo acquisto della presidenza Massimo Moratti insieme a un altro giovane argentino, l'ex attaccante del CA Independiente, Sebastián Rambert. Sembrava proprio il giovane soprannominato 'avioncito' il vero colpo, ma l'apparenza a volte inganna...

Quando avrà capitanato l'Inter a Madrid, Zanetti sarà a 58 partite dal record di presenze assoluto con la maglia nerazzurra di Giuseppe Bergomi. Ma per adesso Zanetti pensa solo a mettere le mani sul trofeo più ambito. "Sì, questo è un momento molto importante, perché ho sognato questa finale per molti anni, e adesso è arrivata con questa bellissima squadra - Zanetti ha detto a UEFA.com -. Spero che saremo al massimo della forma in finale e che vinceremo".

Ovviamente questo non è solo il suo sogno, specialmente considerando che l'Inter non ha vinto questo trofeo dal 1965. "Dopo aver atteso così a lungo, tutti sognano questa finale - ha detto Zanetti -. Siamo arrivati così lontano battendo grandi squadra e soffrendo, ma alla fine ce lo siamo meritati”.

Il 3 aprile una squalifica ha tenuto fuori Zanetti dalla vittoria per 3-0 contro il Bologna FC, prima assenza per lui dal 28 ottobre del 2006 – una serie di 137 partite consecutive poi subito ripresa e prolungata fino all'ultima di campionato a Siena quando ha fornito a Diego Milito l’assist-scudetto. Fino a quello stop aveva giocato ben 167 partite di fila tra coppa e campionato. Diffidato in vista del ritorno della semifinale contro l'FC Barcelona, la crudele possibilità di dover saltare proprio la finale gli ha attraversato la mente, ma non per molto.

"In campo non ci ho pensato perché ero concentrato sulla partita - ha detto Zanetti -. Avevo detto ai miei amici che preferivo arrivare in finale e saltarla che non arrivarci. Sarebbe stata una grossa delusione ma il nostro obiettivo ero quello di arrivare in finale. Per fortuna poi l'ammonizione non è arrivata..."

Al Santiago Bernabéu proverà a ripetere quanto fatto contro la S.S. Lazio nella finale di Coppa UEFA di 12 anni fa – l'ultima finale europea per l'Inter - quando i nerazurri si imposero per 3-0 grazie anche a un gran gol del capitano. "Quello fu il mio primo titolo, un grande ricordo; a Parigi contro una squadra italiana. Era una grande obiettivo per noi in quel periodo e per me è stato stupendo segnare in una finale".

Stavolta però ci sarà da pensare anche alla fase difensiva, specialmente perché potrebbe trovarsi dalla sue parti un certo Arjen Robben. "Stiamo parlando di un vero vincente, che ha fatto bene non solo in Champions League ma anche nel campionato tedesco - ha detto Zanetti -. Dovremo coprire molto bene su dui lui. Abbiamo anche affrontato un giocatore come Messi,e non è stato facile. Spero che riusciremo a controllare anche Robben".

Dopo aver battuto squadre come Chelsea FC, PFC CSKA Moskva e Barcellona, la fiducia dell'Inter non può che essere cresciuta. Per Zanetti il merito è di José Mourinho. "Ha una grande personalità e l'ha trasmessa alla squadra - ha spiegato l'argentino -. Siamo migliorati sotto molto aspetti, ma credo che quello sia il più importante".

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