lunedì 29 marzo 2010

CHE TRISTEZZA!!!

Oltre al difficile risultato di sabato, mi ritrovo oggi a vedere che come purtroppo spesso accade tutto quello di bello che c'è nel giuoco del calcio viene continuamente annullato.
E mi riferisco ora al fatto gravissimo accaduto sabato. Dopo che la Roma gli aveva appena dato una bella soddisfazione, e non vedeva l’ora di avere la sua rivincita con l’amico interista (come nella più sana tradizione tra tifosi). Subito l’ha chiamato al telefonino, ma non si è accorto che la conversazione veniva ascoltata dalle persone meno indicate: due ultras interisti già sanzionati in passato per violenze. È terminata in ospedale la serata di tifo calcistico di un giovane romanista di Milano, brutalmente aggredito a mazzate da un ultras nerazzurro, sabato sera in piazza Sant’Agostino, dopo aver visto in tv Roma-Inter.

L'altra questione a cui mi riferisco è il parapiglia Balotelli. Che peccato vedere un così grande talento prendere questa deriva. L'aver scelto un procuratore di questo tipo non lascia sperare nulla di buono e positivo. Chissà magari mi sbaglio e lo spero bene, ma immagino proprio che il nostro Mario abbia preso una "brutta strada". Sta di fatto che la polemica non fa altro che continuare a crescere....
Che tristezza!!! Che palle!!!

domenica 28 marzo 2010

Roma-Inter, 2-1: la rete di Milito non basta

Fonte: Inter Club Seregno

ROMA - In uno stadio 'Olimpico' infuocato, finisce 2-1 il confronto tra Roma e Inter, anticipo delle ore 18 del sabato, valido per la 31^ giornata di Serie A Tim 2009-2010. Al 17' del primo tempo i giallorossi passano in vantaggio con De Rossi: sulla punizione di Pizarro, Burdisso ci va di testa, Julio Cesar non riesce a trattenere il pallone e De Rossi lo sorprende con un tap-in. Nella prima frazione di gioco più Roma che Inter, che va però vicinissima al gol con la traversa colpita da Samuel al 42'. Nella ripresa l'Inter parte forte, con Milito che colpisce l'incrocio dei pali dopo quattro minuti. Al 21' arriva il gol del pareggio nerazzurro, lo sigla Milito, servito da Sneijder: per il Principe è la 18^ rete in campionato. Sette minuti e la Roma si riporta però in vantaggio, con Toni: un tiro sballato di Taddei si trasforma in assist per Toni, che di potenza mette la palla in rete. L'Inter prova a reagire e al 50' quasi ci riesce con Milito: cross di Chivu, sponda di testa di Samuel, palla al Principe, che purtroppo colpisce però il palo. Il match tra Roma e Inter termina quindi 2-1. Inter ferma a 63 punti, la Roma si porta a 62, a una sola lunghezza di distacco.

ROMA-INTER 2-1
Marcatori: 17' pt De Rossi, 21' st Milito, 28' st Toni
Roma: 27 Julio Sergio; 77 Cassetti, 29 Burdisso, 4 Juan, 17 Riise; 20 Perrotta, 7 Pizarro, 16 De Rossi (29' st Brighi); 94 Menez (23' st Taddei); 30 Toni, 9 Vucinic (41' st Totti)
A disposizione: 32 Doni, 5 Mexes, 22 Tonetto, 19 Baptista
Allenatore: Claudio Ranieri

Inter: 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 6 Lucio, 25 Samuel, 4 Zanetti; 5 Stankovic (14' st Pandev), 19 Cambiasso (32' st Chivu), 8 Thiago Motta (32' st Quaresma); 10 Sneijder; 22 Milito, 9 Eto'o
A disposizione: 1 Toldo, 2 Cordoba, 23 Materazzi, 11 Muntari
Allenatore: José Mourinho

Arbitro: Emidio Morganti (sez. arbitrale di Ascoli Piceno)
Note. Ammoniti: 26' pt Menez, 30' pt Samuel, 31' pt Zanetti, 37' Thiago Motta, 9' st Lucio, 11' st Perrotta, 34' st Maicon, 38' st Eto'o, 45' st Brighi, 46' st Chivu. Recupero: pt 1', st 5'. Spettatori: 68.000

Clicca sul link sottostante per gli highlight della partita
http://nuke.interclubseregno.it/SezioneVIDEO/Highlightultimapartita/tabid/108/Default.aspx

mercoledì 24 marzo 2010

Inter-Livorno: 3-0, il tris di Eto'o e Maicon

Fonte: Inter.it

MILANO - Termina 3-0 il match tra Inter e Livorno valido per la 30^ giornata della serie A '09-'10, un match che è innanzitutto la partita di Cristian Chivu. Stasera, infatti, 77 giorni dopo l'infortunio, il centrocampista romeno torna in campo con i nerazzurri. Basta un caschetto e il campione torna ad essere campione proprio come lo è il gruppo interista pronto ad accoglierlo e a sostenerlo oggi e sempre.

Contro il Livorno, è Inter intensa a tratti nella prima mezz'ora del match: è infatti Quaresma, per primo, a dare la sveglia ai nerazzurri dal 31' impegnando per due volte Rubinho prima che Eto'o sblocchi la gara con una magnifica doppietta che lancia l'Inter verso la 18^ vittoria e il camerunese alla decima rete in campionato. È Maicon, nella ripresa, a mettere il sigillo sul match sfruttando al meglio l'assist perfetto di Thiago Motta.

PRIMO TEMPO - Cordoba, Materazzi e Chivu in campo e la difesa dell'Inter cambia volto, Maicon invece non cambia. Mourinho affida a Zanetti, Cambiasso e Thiago Motta il centrocampo nerazzurro alle spalle del tridente d'attacco Quaresma-Eto'o-Pandev. Rivas è invece l'ex della partita che compone la difesa a tre schierata da Cosmi che sceglie Di Gennaro e Danilevicius per il reparto offensivo, lasciando Lucarelli in panchina. Due brasiliani si affrontano nelle rispettive porte: Julio Cesar e Rubinho.

Il botta e risposta inizia al minuto 4: al sinistro insidioso di Di Gennaro dal limite dell'area risponde il bell'assist di Eto'o per Motta, chiuso tempestivamente da Raimondi. Rivas è perfetto in chiusura su Pandev al 5', ma 10 minuti dopo non è altrettanto perfetto il tocco di Maicon che sceglie un destro in corsa sparando alto verso la curva. Quaresma pressa e guadagna un corner che diventa un'occasione preziosa per Pandev, dopo la sponda di Eto'o: il macedone tocca in diagonale, ma la palla sfila attraverso lo specchio della porta (19'). Al 22' c'è Cambiasso a battere il calcio di punizione che termina direttamente tra le braccia di Rubinho, mentre dall'altra parte Julio Cesar spegne, bloccando con entrambe le mani, l'azione insistita del Livorno targata Di Gennaro-Pulzetti. Amaranto vicinissimi al vantaggio al 27': Pulzetti crossa basso per Danilevicius, Cordoba si oppone con le gambe e Julio Cesar si tuffa sul pallone chiudendo, in seconda battuta, la porta nerazzurra. L'Inter risponde al 31' sfiorando per due volte il gol: il tiro-cross di Quaresma sul primo palo trova un prontissimo Rubinho a respingere con i pugni in corner; dall'angolo, è ancora il portiere brasiliano ad allungarsi ostacolando nuovamente la giocata del portoghese.
Al 34' il sinistro di Pandev alto sopra la traversa chiude il triangolo disegnato da Eto'o e Motta . È Samuel Eto'o a sblocca il match al 36': Motta verticalizza verso, il velo di Quaresma lascia spazio al camerunese che con un destro a giro batte Rubinho nell'angolino realizzando il 9° gol in campionato. Ma Eto'o non si accontenta e sfiora subito il raddoppio: sul cross basso di Quaresma, Samuel si arrende solo al super intervento di Rubinho, ma lo fa solo per poco: al 41', infatti, il numero 9 nerazzurro dà spettacolo e, dopo l'assist perfetto di Pandev, batte in rovesciata il portiere amaranto per il 2-0.
Dopo 2' di recupero, l'Inter chiude in vantaggio di due reti il primo tempo del match.

SECONDO TEMPO - La ripresa si apre con un solo cambio: nel Livorno, Vitale prende il posto di Filippini. Quaresma cambia le scarpe, ma non la grinta con la quale affronta il match: al 5', il portoghese crossa per la testa di Pandev ed è solo l'intervento tempestivo di Rivas che precede l'uscita di Rubinho a evitare il tris nerazzurro che arriva però al 16': Maicon chiude splendidamente la combinazione con Thiago Motta e con un destro deciso manda il pallone nell'angolino mettendo il sigillo finale sul risultato. Al 17', Mariga rileva Cambiasso mentre, dopo due assist-gol, Thiago Motta lascia il posto a Muntari al 24'. Al 31', dopo 75' minuti, termina anche la gara di Cristian Chivu salutato dall'intero stadio 'Meazza' con una standing ovation. Intanto, Julio Cesar non molla la guardia e al 39' si oppone al destro di Tavano, tre minuti dopo il brivido arrivao con il colpo di testa di Rivas a lato. Al 90' esatto, Inter-Livorno si chiude sul 3-0. Nerazzurri in vetta alla classifica 63 punti, a + 4 sulla coppia Roma-Milan (giallorossi vincenti 2-0 a Bologna, Milan sconfitto a Parma per 1-0, resta a quota).

INTER-LIVORNO 3-0
Marcatori
: 36' e 41' Eto'o, 16' st Maicon

Inter
: 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 2 Cordoba, 23 Materazzi, 26 Chivu; 4 Zanetti, 19 Cambiasso (18' st 17 Mariga), 8 Thiago Motta (24' st 11 Muntari); 7 Quaresma, 9 Eto'o, 27 Pandev.
A disposizione
: 1 Toldo, 6 Lucio, 11 Muntari, 22 Milito, 25 Samuel, 89 Arnautovic.
Allenatore
: José Mourinho

Livorno
: 25 Rubinho; 2 Perticone, 4 Rivas, 13 Knezevic (19' st 52 Diniz); 77 Raimondi, 2 Filippini (1' st 87 Vitale), 7 Pulzetti, 22 Prutsch, 46 Pieri; 19 Di Gennaro (6' st 10 Tavano); 9 Danilevicius.
A disposizione
: 92 Bardi, 20 Bellucci, 26 Lignani, 99 Lucarelli.
Allenatore
: Serse Cosmi

Arbitro: Christian Brighi (Sez. arbitrale di Cesena)
Note
. Ammoniti: 30' Perticone, 21' st Vitale, 31' st Mariga. Tempi supplementari: 2'- Spettatori: 53.086

Ufficio Stampa

martedì 23 marzo 2010

Materazzi sfida SuperPippo «Noi, davanti fino in fondo»

Fonte:Gazzetta.it style="text-align: justify; color: rgb(255, 204, 102);font-family:verdana;">Il difensore ai detenuti: «Marcare uno come lui è sempre una fatica»

ANDREA ELEFANTE MILANO In cosa sono uguali, o simili, Marco Materazzi e Filippo Inzaghi? Mese e anno di nascita: agosto 1973. Città più importante per la loro carriera: Milano. Titolo in carica, almeno fino all' 11 luglio: campione del mondo. Attaccamento al valore: famiglia. E poi stop, a occhio e croce. Quella partita speciale E invece. Invece non basta, a vederli ieri. Perché tutti e due sanno anche giocare una partita all' interno di un carcere e lo fanno come se quei corridoi sempre un po' bui nonostante i soffitti altissimi, chiusi da cancelli che cigolano sempre un po' sinistri, fossero un campo di quelli dove sudano anche l' ultima goccia di sudore: ci mettono l' anima anche lì dentro. Come se invece che detenuti che chiamano da fuori o dietro le sbarre, vogliono stringere la loro mano, dare una pacca sulle spalle o chiedere un autografo, ci fossero tifosi da non deludere, perché ormai sanno che quei due non ci stanno a perdere qualunque genere di sfida. La vera goduria San Vittore, un lunedì pomeriggio umido, primavera solo intuita: il mondo è fuori, ma anche dentro un carcere si può ascoltare ancora l' eco di un campionato che Inter e Milan forse si giocheranno in volata. Materazzi e Inzaghi sono con il direttore della Gazzetta Andrea Monti e con Alessandro Cannavò, il figlio del direttore che camminava fra quelle celle come uno di casa e aveva inventato «Parliamo di sport civilmente», una specie di talk show con microfono in mano ai detenuti. Marco e Pippo conoscono la strada, perché da quei cancelli sono già passati altre volte, e anche la durata della partita: usciranno dopo i classici 90' , con un pareggio. Si ride con Inzaghi quando gli dicono «Grazie, mi fai godere più della mia ragazza» e si ride con Materazzi quando gli chiedono perché si fa sempre espellere: «Ma cos' hai ancora la televisione in bianco e nero, che vedi i cartellini rossi anche se sono gialli?». Se qualcuno grida «Yoy yoy yoy Pippo Inzaghi segna per noi», in un amen c' è chi risponde «Tutti pazzi per Materazzi». Pippo la volpe Se Materazzi mette nella lista degli attaccanti più pericolosi da marcare «Pippo, la volpe», Inzaghi risponde che «anche Marco, come difensore, non scherza» e allora Marco confessa di aver randellato più volte Shevchenko «perché giocava con Pippo e Pippo non potevo picchiarlo, perché è un amico». Se Pippo giura che il Milan ballerà fino alla fine per lo scudetto, Matrix rassicura chi si è presentato con qualcosa di nerazzurro addosso: «E noi proveremo a stargli davanti fino alla fine: è quello il nostro obiettivo». Venite a giocare con noi Ieri ne avevano un altro, tutti e due: raccogliere l' invito di quei ragazzi che chiedono un' altra chance e intanto aspettano magliette, pantaloncini, palloni e avversari contro cui giocare. Al massimo possono invitare qualcuno ad entrare nella loro cella per vedere l' effetto che fa, però hanno uno stadio dove giocare una partita in casa. Campo in sintetico, cinque contro cinque, «la squadra c' è, e pure forte»: Materazzi e Inzaghi hanno iniziato a pensarci già ieri, a loro un sacco di calciatori ed ex calciatori non possono dire no. x HA DETTO

Elefante Andrea

lunedì 22 marzo 2010

Settimana d'azione contro il razzismo

Fonte: Inter.it

Si conclude oggi, domenica 21 marzo 2010, l'iniziativa organizzata dal Ministero delle Pari Opportunità e dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio, "Settimana d'azione contro il razzismo". Alle ore 11, all'inizio della gara contro il Mantova, gli Allievi Regionali sono scesi in campo con uno striscione: "l'unica razza che conosco è quella umana"; la sesta "Settimana d'azione contro il razzismo" si è tenuta in tante città italiane dallo scorso 15 marzo sino ad oggi.

Durante l'iniziativa sono stati realizzati eventi, seminari e manifestazioni per discutere, riflettere e richiamare l'attenzione sulle opportunità offerte dal riconoscimento e dalla valorizzazione delle diversità, nonché sulla necessità della reciproca conoscenza, del confronto e dello scambio fra culture diverse, al fine di abbattere diffidenze e stereotipi sopra cui si fonda il razzismo.
Ufficio Stampa

domenica 21 marzo 2010

MA QUALE SORPASSO??? SIAMO ANCORA PRIMI !!! e CONTINUIAMO A GIOCARE COL FRENO TIRATO

Fonte: De Rerum Calciorum

Ci speravo ma non ci credevo. L’occasione era troppo ghiotta per non essere sfruttata. Il Milan in casa contro un Napoli reduce da due sconfitte. E poi è difficile pensare che nel giorno cruciale del campionato non ci scappi un aiutino arbitrale.

E invece il Napoli va in vantaggio, subisce il pareggio, rischia di vincere e di perdere ma alla fine esce indenne da San Siro. Il Milan deve accontentarsi di un punticino e aspettare la prossima occasione (se ci sarà) per compiere l’agognato sorpasso. L’arbitro non è stato all’altezza limitandosi a dirigere bene e a sorvolare solo su qualche intervento rossonero (ma questo ormai non fa nemmeno più notizia). I tifosi rossoneri, che aspettavano un rigorino a favore o qualcos’altro, sono rimasti molto delusi dall’arbitraggio.

Siamo ancora in testa. La Roma è più vicina, il Milan continua a farci sentire il fiato sul collo ma continuiamo ancora a comandare noi. Non è molto ma può bastare. Per dirlo alla napoletana “addà passà a nuttata” (gli amici campani mi perdoneranno se ho scritto male…) e credo proprio che ‘a nuttata è quasi passata. Non ci giurerei ma all’orizzonte mi è sembrato di vedere spuntare l’alba…

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No, così non va. Continuiamo a regalare punti e speranze alle inseguitrici in modo assolutamente gratuito. Un paio di mesi fa certe partite l’Inter le avrebbe vinte e invece continuiamo ad assistere a uno spettacolo indegno di questa squadra. E’ pur vero che un paio di mesi fa un qualsiasi arbitro avrebbe semplicemente applicato il regolamento e spedito Bovo sotto la doccia dopo 20 minuti.
Ma è anche vero che dobbiamo smettere di scaricare tutte le colpe agli arbitri. La verità è che in campionato l’Inter ha tirato i remi in barca. I primi 20 minuti di ieri sera avevano fatto ben sperare ma per i restanti 70 minuti abbiamo visto la solita partita dell’Inter. La squadra nerazzurra è apparsa molle, senza grinta, per poi tentare l’inutile assalto finale quando ormai i rosanero si erano chiusi a riccio in difesa. Sarebbe potuta finire peggio se Cavani non avrebbe sprecato tre occasioni di cui l’ultima a dir poco clamorosa con l’attaccante uruguaiano che ha graziato Samuel scivolato maldestramente.
E’ un buon pareggio ma purtroppo, alla luce della quasi certa vittoria rossonera, ci servivano necessariamente i tre punti.
Vittoria cercata senza convinzione con Sneijder sempre uomo ovunque e i due attaccanti là davanti molto volenterosi. Non altrettanto volenteroso è stato Maicon che sulla fascia destra dovrebbe fare furore mentre per ampi tratti ha passeggiato noiosamente, in alcune occasioni addirittura isolandosi dal gioco e non offrendo un’alternativa alla manovra nerazzurra. Sembrava di vedere Balotelli ma nel caso del terzino nerazzurro non mi risulta che qualcuno sia andato a richiamarlo, a sgridarlo e a sostituirlo. Inoltre Maicon quando decide di non giocare si isola e la squadra gioca praticamente con l’uomo in meno mentre SuperMario non corre, non rientra a coprire ma quando tocca attaccare lo fa e anche pericolosamente.
Chissà se Mourinho richiamerà bruscamente Maicon come ha fatto con Balotelli e magari lo metterà in punizione. E’ irritante vedere un campione che gioca in questo modo, corricchiando svogliatamente quasi come se fosse un noioso peso da assolvere. Certa gente dovrebbe correre, sudare, dare l’anima per questa squadra. Preferisco uno Stankovic pessimo ma che cerca di dare il suo contributo e non un Maicon che potrebbe fare e non fa privando la squadra di un uomo e di un’alternativa alla manovra
Adesso vediamo cosa succederà tra Milan e Napoli (anche se sappiamo già come finirà…) e poi mettiamoci sotto perché il doppio impegno con Livorno e Roma non devono più essere sbagliati. Ci servono 6 punti. Dobbiamo fare sei punti. Due vittorie. Punto.

giovedì 18 marzo 2010

Caro Mario, non perderti questa volta impara la lezione

Segnalato: da P. Casartelli

Il confine tra spontaneità e presunzione esiste. Wayne Rooney lo ha capito, Gazza Gascoigne no. E Balotelli?

Caro Supermario, tranquillo: questa non è una superpredica. Solo un modesto suggerimento. Quello che è accaduto nelle ultime 72 ore contiene una magnifica lezione. Non sprecarla. Ero a Stamford Bridge, l’ho visto con i miei occhi. Nella tana del Chelsea, convinta d’aver già passato il turno, l’Inter ha giocato la partita perfetta, e sembra perfettamente chiaro quello che ti ha mandato a dire. In un mondo difficile come quello del calcio - fatto di soldi e pressione, ricordi lunghi e carriere brevi - non c’è posto per i ragazzini. Quindi: è ora di diventare grande. Hai troppo talento per buttarlo via. E potrebbe succedere.

Nei campi di calcio del mondo, le panchine sono piene di grandi promesse non mantenute. Mi hai detto, quando ci siamo conosciuti, che non leggi i giornali; ti ho risposto che fai bene. Ma ti ho ricordato come, dopo il tuo sfogo a Verona, due quotidiani - questo e la Gazzetta dello Sport - ti abbiano dato una mano, citando le continue provocazioni che dovevi subire. Lo stesso hanno fatto tanti tifosi interisti che ci hanno scritto, ricordando quanto tu fossi esasperato. Be', adesso cerca di non esasperarli tu. Non è chiaro cosa sia successo tra te e Mourinho: febbre, non febbre, comunicati negati, interviste concesse, sceneggiate, esclusioni e dichiarazioni. L’impressione è che tu l’abbia fatta grossa: non è facile lasciare a casa uno bravo come te in una partita tanto importante. Certo, il tuo allenatore è un’accademia d’arte drammatica individuale, ma sa di calcio e ha il dono che serviva all’Inter: la capacità di trasformare la tensione in energia.

L’Inter entrata in campo col Chelsea, e nei due derby, sembrava un toro in un rodeo. Sempre prima sulla palla, 23 contrasti vinti contro 16, solo 12 falli commessi contro 23 subiti. Se hai visto la partita - e l’hai vista di sicuro - avrai notato cos'hanno fatto Eto'o e Pandev. Forse Sneijder è stato più spettacolare, Samuel e Lucio più implacabili, Cambiasso più geometrico. Ma quei due hanno corso come pazzi, impedendo ai terzini del Chelsea di avanzare. Eto’o ha già vinto due Champions League con squadre diverse: eppure ha accettato di ammazzarsi di fatica sulla fascia, lasciando Milito là davanti. Tu, spesso, rientri camminando: irritante. Ancora più irritante è aver annunciato l’ingaggio del procuratore Mino Raiola, tipetto notoriamente difficile, a poche ore da Chelsea-Inter: non un modo di rasserenare l’ambiente. Lui è andato di filato nella sede del Milan, ovviamente per parlare «d’altre cose».

Altra mossa intempestiva, che la società, se ha metà del fegato della squadra vista a Londra, dovrà ricordarvi. Lo sappiamo: Eto’o, insieme a Materazzi, ti aiuta e ti protegge. Se il primo ha corso per te, e ti permette di giocare un quarto di finale in Champions; se Marco, parlando di te, è arrivato a dire «gli dirò le cose a muso duro, se le merita» - be', qualcosa non va. Nessuno vuol cambiarti: non devi diventare Zanetti o Cambiasso. Ma il confine tra spontaneità e presunzione esiste, e non va superato. Venerdì sera ero a Londra con Fabio Capello che, oltre a imbroccare il risultato di Chelsea-Inter (complimenti), mi parlava ammirato di Wayne Rooney, di quant’è diventato bravo e affidabile. A vent’anni ti somigliava; poi ha capito che, per diventare un fuoriclasse (milionario) occorre fatica, metodo e rispetto. Anche Gazza Gascoigne era un fuoriclasse: ma è finito in un altro modo. A te la scelta, Mario.

Chelsea vs Inter 0 - 1, Il Paradiso Siamo Noi!

Fonte: C'èSolol'inter

Se qualcuno aveva dubitato della forza psicofisica di questa squadra, ora può tranquillamente ricredersi, perchè la risposta è arrivata dal campo.
Lo Stamford Bridge è stato espugnato, non è stato facile e non lo sarà mai, ma ci siamo riusciti.
Abbiamo sofferto l'iniziativa del Chelsea solo a tratti, specialmente negli ultimi 5 minuti della prima frazione di gioco; rischiando clamorosamente in due occasioni, in cui Lucio e Samuel si sono immolati all'ultimo secondo.
L'Inter concentrata e determinata, è scesa in campo con il tridente, cosa che francamente ho ritenuto la più opportuna.
Non si scopre l'acqua calda nel pensare, che a Londra contro il Chelsea, non ti puoi limitare a difendere, a meno che non le vuoi prendere di santa ragione.
Nella seconda frazione di gioco l'Inter ha continuato a provare a giocarsi la partita, con un grande lavoro di tutti; la squadra si è resa molto pericolosa ed è cresciuta di minuto in minuto, fino al lancio millimetrico di Sneijder, che è andato a “pescare” Eto'o, permettendogli di depositare in rete la pietra che affonda ogni dubbio sulle reali potenzialità e qualità di questa squadra.
Una vittoria storica, strameritata e di grande prestigio, che arriva in un momento in cui alcune certezze cominciavano a vacillare in molti, e che ci dona “in allegato”, la soddisfazione di aver “buttato” fuori Ancelotti dalla Champions League.
Il campo ha dato ragione a Mourinho e Balotelli farebbe bene a riflettere e decidere, perchè c'è un futuro di gloria ed affetto per lui, ma deve imparare a lottare per meritarlo!.
Sapevo che la forza e le qualità di questo gruppo, non potevano essersi smarrite in 10 giorni e i nostri ragazzi lo hanno dimostrato sul campo...e che campo!
Il messaggio che l'Inter manda da Londra è forte e chiaro “qua nessuno è morto e nessuno intende arrendersi”.
GRAZIE RAGAZZI!!! AVANTI INTER!!!


domenica 14 marzo 2010

Ebbene, si...Catania-Inter 3-1 Serie A, 28^ giornata


E’ ufficiale: da stasera sono seriamente preoccupato.
E non lo dico perché abbiamo perso, o meglio non solo per quello: lo sono perché abbiamo perso una partita che non meritavamo di perdere; se oltre a noi stessi adesso ci si mette pure il fato, temo che il cocktail che ne viene fuori sia letale.

Avevamo cominciato come al solito, titubanti ed impacciati al cospetto delle folate altrui; eravamo riusciti a superare indenni le fiammate iniziali e a portare negli spogliatoi un misero ma se non altro utile pareggio.
Per di più nella ripresa eravamo riusciti a salire in cattedra, segnare il gol, giocare con discreta autorità rischiando nulla da un avversario che si preparava moralmente alla sconfitta visto che fisicamente già non c’era quasi più.

Poi, lui: l’uomo nero che più nero non si può, calato in campo non si sa in ossequio a quale mossa tattica, ignaro di portare sulle spalle il fardello del man of the match (purtroppo per gli altri): Muntari.

Quando il destino si accanisce contro uno in particolare è inutile intestardirsi a cercare di cambiare il corso delle cose: alla fine ci si accorge d’essere stati la causa del proprio male solo per il fatto d’aver insistito; io ho difeso Muntari ogni volta che ho potuto, anche quando era indifendibile, a condizione che si parlasse di impegno e di calcio, ma contro la stupidità non ci provo nemmeno.
Entrare in campo e beccarsi un giallo dopo un minuto, causare una punizione pericolosa, mettersi in barriera in area e saltare col braccio alto, essere nuovamente ammoniti e quindi espulsi, causare il rigore, subire il gol e perdere la partita: non mi ricordo una tale reazione a catena dai tempi del crollo delle torri gemelle.

E che dire dell’altro sfigato cosmico: Quaresma?
Entra nella ripresa, cambia volto alla gara, è reattivo, salta l’uomo, allarga il fronte dell’attacco, insomma gioca una bella partita di cui nessuno si ricorderà più se non per il fatto che (Dio non voglia) quel giorno abbiamo imboccato il viale del tramonto.

No, non ci siamo per niente: continuiamo a perderci in polemiche inutili e sfiancanti invece di stare zitti e siamo in serio calo fisico e mentale lì dove invece dovremmo reagire e venirne fuori; assistiamo da troppo tempo a partite della vita da parte di chi ci affronta nella continua attesa di giocarne una noi così: il tempo intanto passa, gli avversari ci sono addosso e l’unica cosa che cambia sono i punti di distacco che ci restano ogni volta.

Oggi non dovevamo perdere, anzi: dovevamo vincere.
E invece abbiamo perso.

Martedi abbiamo il Chelsea: non so nemmeno cosa augurarmi visto che ogni risultato racchiude in sé motivi di speranza e di preoccupazione, quindi vada come vada.
Resto preoccupato dal fatto che vedo sempre più possibile il disgregarsi di tutto ciò che avevamo faticosamente costruito in questi quasi due anni: c’è modo e modo di terminare un ciclo, non mi illudo certo di poter vincere uno scudetto all’anno, ma qui il rischio è di mandare all’aria molto più che un campionato.

Mi farò coraggio e confiderò ancora nell’orgoglio dei nostri ragazzi, nella professionalità del nostro allenatore, nella buona sorte che tornerà dalla nostra parte.
Ma non stasera, stasera ho proprio l’espressione di Buster Keaton.

lunedì 8 marzo 2010

UN'OCCASIONE MANCATA

Fonte: Nerazzurro.it

Non c'è l'allungo in classifica, c'è il quarto pareggio nelle ultime cinque gare in campionato (recupero col Parma compreso), terzo 0-0 nell'ultimo mese. L'Inter non trova la fuga, resta a +4 sull'altra squadra di Milano, il Genoa la ferma in un pareggio senza gol e la squadra di Mourinho non può avere nemmeno troppi rimpianti. Per oltre 70' infatti Balotelli e compagni giocano al piccolo trotto, senza riuscire mai a creare superiorità in attacco o a fare paura ad Amelia. La scossa arriva nel finale, in cui i rossoblù arretrano e l'Inter sale di intensità. Manca però la stoccata vincente, anche per la buona prestazione difensiva della squadra di Gasperini.
Due gli uomini della settimana: il primo è Milito, che gioca per la prima volta contro la squadra che lo ha lanciato. Il Principe ha poche palle giocabili, ne doma alcune a centrocampo, provando a far partire la squadra, mentre è costantemente anticipato nell'area di rigore. Non trova il gol, e questa è già una notizia. L'altro uomo sotto i riflettori era Balotelli, nella settimana delle pressioni su Lippi per una sua convocazione al Mondiale. Mario fa poco per supportare la sua candidatura: salta poco l'uomo, cade molto (spesso a sproposito), è protagonista di alcuni siparietti in cui mostra il solito malumore, ostentato con camminate in mezzo al campo. Nel complesso, una gara sotto i suoi livelli, pare anche per qualche linea di febbre.
Mourinho, che sconta la seconda giornata di squalifica nello skybox di Moratti e poi dal più vicino terrazzino delal tribuna vip, sceglie, forzato dalle assenze di Motta e Cambiasso e dall'arretramento di Zanetti, di continuare col 4-2-3-1: nonostante l'assetto offensivo, i nerazzurri faticano ad aggredire l'avversario e produrre gioco. Balotelli partendo dal 1' non ha l'impatto di quando entra a gara in corsa, Pandev, preferito ad Eto'o, incappa in una delle sue peggiori "recite" da quando è approdato a Milano. Stankovic e Muntari (che uscirà infuriato) frangono i flutti, ma non riescono a indirizzare la barca interista: così in tutto il primo tempo Amelia dorme sogni abbastanza tranquilli, chiamato in causa solo da un tiro da lontano di Stankovic. La sveglia arriva nell'ultimo quarto d'ora, quando Zanetti torna a centrocampo, quando Quaresma dà soluzioni a sinistra, quando Maicon inizia a salire con continuità e quando in generale tutta la squadra aumenta l'intensità del gioco. Svegliarsi prima no?