lunedì 30 maggio 2011

L'Inter vince la Coppa Italia 2010-11

Doppietta di Samuel Eto'o e gol di Diego Milito
 
I nerazzurri chiudono la stagione 2010-11 con una grande vittoria. Nella finale di Roma, superano il Palermo per 3-1 e conquistano per la settima volta la Coppa Italia. Le parole di mister Leonardo a fine partita: "È stata una soddisfazione enorme in un'annata per me e per l'Inter con tanti cambiamenti. Poter chiudere l'ultima partita della stagione con due trofei, come la Coppa Italia e la Coppa per i 150 anni dell'Unità d'Italia, é una cosa meravigliosa. Ringrazio davvero tutti per questa grande vittoria. Anche i nostri tifosi, sono stati straordinari". Grande gioia anche per il Presidente Massimo Moratti: "La nostra stagione è da elogiare. Mini-triplete? Un cavolo. Una delle tre vittorie di quest'anno è il Campionato del Mondo per Club, lo voglio ricordare: io firmo tutti gli anni, per un triplete così...". Il commento del grande protagonista della finale, Samuel Eto'o: "Ho raggiunto quota 37 in stagione, più che a Barcellona? Il mio record é importante, ma senza le vittorie non sarebbe stato altrettanto dolce. Il mio applauso ai tifosi del Palermo? Il calcio é un bello sport ed io ho voluto ringraziare tutti i tifosi, compresi quelli siciliani che hanno affrontato un lungo viaggio per essere qui. Se resterò all'Inter? Certamente. Il presidente ha parlato e tanto basta". 
 

venerdì 27 maggio 2011

"Picchi, bontà e autorevolezza"

Fonte: Inter.it

"Un grandissimo, serissimo, simpaticissimo giocatore, molto buono, con grande carisma e soprattutto un capitano vincente", parla così di Armando Picchi il presidente Massimo Moratti, ricordando i quarant'anni dalla scomparsa, accompagnato a Livorno dal vicedirettore generale nerazzurro Stefano Filucchi.
"Vincente di carattere, lo era ancora prima che venisse all'Inter. Una persona a cui non solo ci siamo affezionati ma che rimane un emblema: possono passare cent'anni ma lui resterà sempre un grande capitano, un uomo di cui fidarsi, una persona buona, di grande lealtà. Aveva il senso dell'autorità ed era buonissimo, due cose non facili da abbinare. È stato un capitano e un libero, posizione che considero tuttora gloriosa in campo. Il mio papà si fidava e questa è la cosa principale".
"Nei termini della lealtà e dell'esempio di vita Zanetti certamente lo ricorda: siamo onorati di averlo ora come capitano, come lo siamo stati per Picchi. Continua la tradizione in termini davvero positivi".
"Sono tanti i ricordi che ho di Picchi, tutti bellissimi: in campo - aggiunge - era assolutamente importantissimo e lo era anche fuori dal campo. L'allenatore, Helenio Herrera, aveva avuto una grande importanza, ma altrettanta l'aveva avuta Picchi, a livello sia di comando che di gestione della squadra".
Il ricordo di Picchi è qualcosa di straordinariamente vivo in tutti quelli che prendono parte alla manifestazione. Un uomo che viene celebrato anche per la fantastica capacità di diventare un simbolo in tre città, leader negli anni cinquanta a Livorno, negli anni sessanta a Milano, negli anni settanta a Torino. Lo ricorda così l'assessore allo sport del Comune di Livorno Claudio Ritorni, gli fa eco il presidente della Provincia Giorgio Kutufà. Per il sindaco Alessandro Cosimi il ricordo è ancora più vivo, lui ha avuto quella che definisce la "fortuna di vivere da ragazzino le mitiche gabbionate ai Bagni Fiume. Il suo è stato un esempio di educazione e di disponibilità, un segnale dell'archetipo della livornesità. Qualcosa da tenere in grande considerazione in questo momento in cui i grandi esempi non sono poi tanti".


Ufficio Stampa

giovedì 19 maggio 2011

IN FINALE PER LA 13 VOLTA

Con un risultato di 1 a 1 la magica INTER conquista la sua 13 finale della Coppa Italia.....

In questa interessante ed emozionante partita in cui IL CAPITANO festeggia la sua 1000esima partita con la maglia nerazzurra si conferma l'entusiasmo della squadra di Leoonardo.

Grandiosi....

Riporto questo articolo da FantaGazzeta.it

Tim Cup: Borriello non basta, in finale va l'Inter

Sarà Inter-Palermo la finale di Tim Cup che si disputerà il 29 maggio a Roma. Nella seconda semifinale, infatti, l'Inter difende il gol di vantaggio dell'andata e passa il turno, non senza affanno. Nel primo tempo meglio la Roma, vicino al gol con De Rossi. Nella ripresa vantaggio nerazzurro con Eto'o, ma Borriello segna nel finale e regala alla Roma residue speranze di qualificazione; ma la squadra nerazzurra resiste e si guadagna l'accesso alla finale, dove cercherà di bissare contro il Palermo il successo dello scorso anno. Grazie al successo nerazzurro, il Palermo è automaticamente in Europa League

Leonardo si gioca la finale puntando sugli uomini più in forma. In difesa, con Ranocchia squalificato, accentramento di Chivu accanto a Lucio. Sulle corsie laterali spazio al confermato Maicon e alla novità Nagatomo. Mediana rivoluzionata, senza Stankovic e con Thiago Motta malconcio (solo panchina per lui), il tecnico brasiliano lancia Mariga accanto al record man Zanetti  (tocca quota 1000 presenze), e Cambiasso. Sulla trequarti niente Pandev, ma Kharja, ad ispirare Eto’o e Pazzini, con quest’ultimo preferito a Milito.
Montella deve fare a meno ancora di Totti (deve scontare l’ultima giornata di squalifica), ma si presenta al Meazza con una Roma a trazione offensiva. Davanti a Doni, Cassetti recupera e forma il pacchetto arretrato con Juan, Burdisso e Riise. A centrocampo il discusso De Rossi si riprende le chiavi del centrocampo, coadiuvato da Pizarro e Perrotta. Fiducia per Simplicio sulla trequarti, mentre in avanti l’acciaccato Vucinic lascia il posto a Menez e Borriello.

Il primo brivido lo regala Pizarro che scivola al limite della propria area di rigore e favorisce il passaggio di Eto’o verso Pazzini, tempestivamente fermato in scivolata da Juan. Al 10’ azione insistita della Roma, conclusa con un tiro alto di Borriello, dopo una leggerezza di Maicon. L’Inter che lascia il solo Pazzini in avanti ed in Eto’o nell’inedito ruolo di rifinitore, risponde proprio con il camerunense che da buona posizione strozza il tiro. Al 13’ l’occasione migliore creata dagli uomini di Montella nel primo quarto d’ora: fraseggio Simplicio-Menez-Borriello e pallone che finisce sui piedi di De Rossi che dal dischetto del rigore angola troppo e sfiora il palo, a Julio Cesar battuto. Al 19’ ancora De Rossi, in serata di grazia, dà l’illusione del gol con un tiro dal limite che sfiora l’incrocio. Inizio imponente del centrocampista romano, chiamato ad una prova d’orgoglio dopo l’espulsione di Bari. I padroni di casa cercono di interrompere la pressione giallorossa con un tiro di Mariga, fuori di molto. Al 35’ De Rossi prende una brutta botta al fianco, ma decidere di stringere i denti e tentare il recupero. Il finale di primo tempo non regala più emozioni ed Orsato spedisce le due squadre negli spogliatoi.

Novità all’inizio del secondo tempo, con l’inserimento in campo, tra le fila della Roma, di Greco al posto di Pizarro. Rispetto al primo tempo, l’Inter cresce di intensità e non lascia alla Roma il pallino del gioco. Al 55’ Montella rompe gli indugi e decide di lanciare in campo Vucinic al posto di un Simplicio in ombra. Passano pochi secondi però e l’Inter sblocca il match con il solito Eto’o, letale nel piazzare un piatto chirurgico dopo una respinta di braccio di Perrotta. La rete nerazzurra scioglie gli uomini di Leonardo e Pazzini, dopo una dormita di Juan e Riise, batte a colpo sicuro, ma deve fare i conti con una super parata di Doni. E’ l’ultima azione del Pazzo, sostituito dopo pochi minuti da Milito, accolto da un boato. Al 73’ è proprio l’argentino a sfiorare il raddoppio, ma sul suo tiro l’estremo giallorosso si oppone con i piedi. Montella è stufo di Menez, inguardabile, e preferisce concedere un palcoscenico importante al giovane Caprari. La partita sembra indirizzata, ma al 78’ c’è un clamoroso doppio palo di Borriello, su assist di Vucinic. Azione che ricorda il palo di Ibrahimovic contro il Palermo. Roma sfortunata e Borriello furioso perchè nell’occasione Lucio l’ha strattonato vistosamente. I giallorossi prendono coraggio e Julio Cesar deve salvarsi su un tiro dalla distanza di Cassetti. Leonardo decide di rinforzare il centrocampo, inserendo Thiago Motta al posto di un positivo Kharja. All’84’ meritato pareggio ospite: sul cross di Perrotta, Borriello sovrasta Lucio e piazza il pallone dove Julio Cesar non può arrivare. Qualificazione riaperta e ultimi minuti di fuoco. Al 90' Burdisso perde il controllo e inveisce contro l'ex compagno Cambiasso. Orsato nel recupero nega un rigore solare all'Inter, per fallo di Juan su Milito. Dopo 3 minuti di recupero Orsato fischia la fine del match: l'Inter per la tredicesima volta è in finale.

INTER-ROMA 1-1(0-0)
MARCATORI: 57' Eto'o, 84' Borriello.
INTER(4-3-1-2): Julio Cesar, Maicon, Lucio, Chivu, Nagatomo, Cambiasso, Mariga, Zanetti, Kharja (79' Motta), Pazzini (68' Milito), Eto’o. All. Leonardo.
ROMA (4-3-1-2): Doni; Cassetti, N. Burdisso, Juan, Riise; Pizarro (46' Grieco), De Rossi; Perrotta, Simplicio (55' Vucinic), Menez (78' Caprari); Borriello. All. Montella.


Alessandro Silvestri
a.silvestri@fantagazzetta.com

lunedì 9 maggio 2011

Inter: per una Milano legata alla realtà

Fonte: Inter.it

MILANO - "Il calcio a volte sembra confinato in un mondo di supereroi, inarrivabili. Ma non è così, non può essere così. È per questo motivo che siamo qui oggi, insieme: l'Inter e quattro splendide realtà sociali - Comunità Nuova, Casa della Carità, CSI e Uisp - che agiscono sul territorio milanese, per rinnovare alcuni protocolli di intesa e per crearne anche di nuovi".

Ha introdotto così il direttore strategico nerazzurro, Milly Moratti, l'evento svoltosi stamane allo stadio "Giuseppe Meazza", alla presenza dell'amministratore delegato dell'Inter, Ernesto Paolillo, e dei rappresentanti delle quattro realtà coinvolte, don Virginio Colmegna per la Casa della Carità, don Gino Rigoldi per Comunità Nuova, Massimo Achini per il CSI e Antonio Iannetta per l'UISP.

"Il calcio è un catalizzatore di passioni, ma può e deve rispalmarsi sulla realtà. Questo vogliamo fare con l'Inter e lo facciamo da tempo - ha spiegato Milly Moratti -. Abbiamo tanto da restituire attraverso la popolarità che ci consente il calcio e unirci a queste realtà del sociale sul nostro territorio è il modo migliore per farlo. Un modo per ripartire insieme e guardarsi negli occhi, a Milano".

Con don Rigoldi di Comunità Nuova l'Inter aveva già, e ora rinnova, dei progetti volti ad attività di recupero dal disagio: "Lo sport - ha sottolineato Rigoldi - è un luogo di straordinaria potenzialità educativa, non possiamo dimenticarcelo. E la speranza è che queste attività legate ai giovani, come ad esempio quella tenutasi ieri allo stadio, 'Io tifo positivo', con oltre duemila ragazzi, possano un giorno anche diventare proprie del Comune e non solo di una società di calcio generosa come l'Inter".

Alla Casa della Carità è attivo anche un Inter Club, che ha un nome già esplicativo, 'Non violenti per passione'. La società nerazzurra sostiene da tempo progetti di accoglienza con don Colmegna, "perché anche il tifo può trasformarsi in uno strumento di coesione sociale, così come le attività sportive possono costituire un elemento di crescita delle persone e di ricerca anche dell'eccellenza". Non solo, "accogliere - ha sottolineato don Colmegna - vuol dire conoscere e conoscere significa abbattere le barriere della paura".

Con il CSI l'Inter da tempo supporta le attività degli oratori, che sono "una realtà meravigliosa: mi piace ricordare - ha aggiunto in proposito Milly Moratti - le parole usate da Bruno Pizzul, che una volta ha raccontato che ai suoi tempi gli oratori si chiamavano 'ricreatori', una parola bellissima, perché gli oratori sono in grado di ricreare l'accoglienza, la convivenza". E proprio l'Oratorio Cup, manifestazione sostenuta dall'Inter e nata dall'intuizione di Giacinto Facchetti, cui partecipano 2.500 bambini l'anno, ne è un esempio: "Sono queste le cose che danno speranza: il gioco di squadra, attraverso lo sport avere a cuore il futuro dei ragazzi", ha aggiunto il presidente nazionale del CSI, Achini.

L'UISP, invece, ha siglato oggi il suo primo protocollo di intesa con la società nerazzurra: sarà "una grande partita da giocare insieme", ha dichiarato il presidente Iannetta.

La firma dei quattro protocolli ha coinvolto anche l'amministratore delegato Ernesto Paolillo, che in questi progetti di sostegno sociale crede fortemente, "perché il calcio non è solo agonismo sul campo, ma anche un linguaggio con cui ogni giorno raggiungere realtà problematiche. Come Inter siamo convinti che si debba dare al territorio molta passione, come il territorio la dà a noi".

Il filo che unisce la singolarità e la diversità di ogni protocollo è dato dal fatto che l'Inter, attraverso ciò che meglio sa fare, ossia il calcio, raggiunge queste realtà sociali. Tutte le azioni specifiche dei singoli progetti partono dal calcio; calcio come strumento educativo, come sostegno, come premio, come stimolo, come reinserimento. Un calcio con il cuore.

"Una grande opportunità quella di oggi, ma per l'Inter: oggi, e anche domani, insieme per rompere la paura", ha concluso Milly Moratti.