giovedì 25 luglio 2013

Brasile, la morte del Dio pallone. di Darwin Pastorin

Fonte: Altropallone

Leggiamo questa storia con una profonda stretta nel cuore. Una storia che sembra uscita da un libro scritto male. Al villaggio Centro do Meio, comune Pio XII, stato del Maranhao, Nordest del Brasile, la zona del “sertao”, del terreno incoltivabile, una partita di calcio si è trasformata in un film dell’orrore.

Ecco i fatti: l’arbitro Otavio Joardao da Silva Cantanhede decreta l’espulsione di Josemir Santos Abreu. Costui, nervoso, dà una spinta al direttore di gara. La reazione di quest’ultimo? Prende un coltello e tira due fendenti al giocatore, che morirà in ospedale. Tre tifosi si rendono protagonisti di questa sequenza atroce nei confronti dell’arbitro: Luis Moraes Souza lo prende a legnate e lo ferisce con una bottiglia al volto; un certo Pirolo lo colpisce con una coltellata al collo; infine arriva Moares Souza, fratello di Luis, che gli taglia, con una falce, testa, braccia e gambe, e la testa viene esposta come macabro trofeo sopra un palo.

Una vicenda che ha lasciato il Brasile, la terra del futébol, senza parole. Perché il pallone, un semplice pallone, fatto anche di stracci, serviva per unire, per dare ai poveri la possibilità di un riscatto, nella finta sbilenca di Mané Garrincha c’era la rivoluzione, c’era la ribellione. Anche nei paesi devastati dalla siccità, dalla repressione dei latifondisti, un match di calcio rappresentava il momento della ripresa di una identità, l’ipotesi di un frammento di libertà: la bellezza estetica del gesto tecnico sostituiva la pietra dura del quotidiano, il sudore, la polvere.

Il Brasile delle idee è sceso in strada, e continua a farlo, anche ora che si sono spenti i riflettori sulla Seleçao e sulle altre nazionali della Confederations Cup, per chiedere meno pallone e più ospedali e più università. Nelle città di confine, il football ha perso la sua magia: a Pio XII è morto il dio pallone. Con i suoi riti e la sua accesa speranza.

Camilo José Cela ha narrato, in uno dei suoi “Undici racconti sul calcio“, di due arbitri che potrebbero finire impiccati per non aver letto Voltaire: la realtà (purtroppo) ha superato, di gran lunga, la finzione letteraria.

mercoledì 24 luglio 2013

CAMPAGNA ABBONAMENTI 2013/14

AL VIA LA VENDITA LIBERA DEGLI ABBONAMENTI
Sconti e agevolazioni in fase di sottoscrizione, da quest'anno ancora più semplice: tutte le info per godersi l'annata nerazzurra

MILANO - Dall'11 luglio tutti i tifosi nerazzurri che vogliono assicurarsi un posto a San Siro potranno sottoscrivere il loro abbonamento (preceduto dalla tessera "siamo noi") per la stagione 2013-2014. Si è aperta infatti la vendita libera degli abbonamenti, dopo la fase di prelazione che ha visto il numero degli abbonati che hanno confermato il proprio posto rimanere ai buoni livelli della scorsa stagione.

Oltre a seguire in prima linea la loro squadra del cuore, gli abbonati avranno diritto a uno sconto del 10% e potranno assistere gratuitamente alla Tim Cup. Sarà inoltre possibile stipulare abbonamenti biennali risparmiando il 40% sulla seconda stagione e con il nuovo pacchetto pensato per le famiglie "due adulti+due bambini", quattro posti allo stadio costano solo come due.

Moltissime novità anche per quanto riguarda la modalità di acquisto: i tifosi nerazzurri a Milano hanno a disposizione i negozi ufficiali "Solo Inter", in via Berchet 1, e presso il 'Pirelli Corso Venezia', e la biglietteria della mostra "Quelli che..Milan Inter '63" a Palazzo Reale, in più si può sottoscrivere l'abbonamento anche nei 500 punti vendita in tutta Italia di vivaticket. Chi preferisce la comodità dell'acquisto online, può abbonarsi su www.vivaticket.it e www.inter.it.
Per maggiori informazioni http://www.inter.it/it/abbonamenti_vendita