venerdì 4 gennaio 2013

Pro Patria-Milan, cori razzisti e i rossoneri se ne vanno

Ci sono cose che vanno al di là del tifo calcistico e la scelta del Milan ci pare da rispettare ed apprezzare.

Fonte: Repubblica.it

BUSTO ARSIZIO - Doveva essere l'amichevole degli esperimenti a centrocampo del Milan in un bellissimo pomeriggio di sole, con le Alpi sullo sfondo, a Busto Arsizio, dove oltre 2.000 persone erano corse allo stadio per vedere la Pro Patria contro uno squadrone, un tempo scena abituale, ora evento rarissimo con i "Tigrotti" nobili decaduti della Seconda Divisione. Invece diventerà la prima partita di calcio sospesa per ululati razzisti in Italia ("Ma quali ululati? Erano belati", dice un rappresentante delle forze dell'ordine per definire meglio la natura degli autori di questi gesti).

CALCIO IN CURVA - Succede al 26' del primo tempo quando Kevin Prince Boateng, esasperato per i continui "buuu" indirizzati nei suoi confronti dallo spicchio degli ultrà della Pro Patria (erano arrivati anche insulti nei confronti della fidanzata Melissa Satta), interrompe la sua azione di gioco per scagliare il pallone verso il settore del tifo organizzato bustocco. L'arbitro si avvicina al ghanese e cerca di allontanarlo. Ma il numero 10 ha deciso: si toglie la maglia e se ne va. La panchina del Milan si alza solidale con il suo giocatore. Qualche calciatore della Pro Patria prova a convincerlo a continuare. Ma Boateng è irremovibile e lascia il campo ringraziando tutti gli altri settori dello stadio "Speroni" che si sono dissociati dagli ultrà, indirizzando loro applausi ironici e cori chiarissimi: "Scemi, scemi". I "buuu" razzisti, iniziati subito dopo il calcio d'inizio, hanno coinvolto anche Muntari e Niang. Infatti, è stato proprio questo terzetto a opporsi alla ripresa della partita che era stata annunciata in un primo momento dallo speaker dello stadio: "La partita riprenderà, ma al primo "buuu" sarà sospesa". L'annuncio è nato dal fatto che davvero per qualche secondo pareva che le squadre potessero tornare in campo. Ma l'amarezza dei giocatori colpiti è troppo forte.

ESEMPIO IN AMICHEVOLE - E anche tra i dirigenti del Milan prevale la consapevolezza che certe manifestazioni sono inaccettabili in un'amichevole, mentre in campionato risulta più difficile fermare una partita ufficiale con diritti tv già venduti e recuperi difficili da incastrare. "Siamo dispiaciuti - spiega Massimiliano Allegri - però credo che il Milan non rientrando in campo abbia fatto la scelta giusta. Bisogna smetterla con questi gesti incivili. L'Italia deve migliorare sotto questo punto di vista e diventare un Paese più civile, educato ed intelligente. Spiace per i giocatori della Pro Patria e per la gran parte del pubblico ma non potevamo prendere una decisione diversa. Spero che questa cosa abbia un seguito se dovesse capitare anche in gare ufficiali dai Dilettanti fino alla Serie A". "Ci impegniamo a tornare qui prima possibile - aggiunge Massimiliano Ambrosini - per permettere anche ai tanti bambini che erano presenti di vedere il Milan in campo. Un segnale, però, andava dato. Non si può tollerare una cosa del genere, non si poteva continuare la partita con questo clima anche perché bisogna far capire certe cose. Ci dispiace per la stragrande maggioranza di persone che non ha nulla a che vedere con quanto successo". L'amichevole sarà recuperata in data ancora da decidere. Davanti alle biglietterie dello stadio qualcuno protesta perché vorrebbe subito il rimborso del biglietto (spesi circa 20 euro in media).

BARBARA BERLUSCONI: "ORA STOP ANCHE IN CAMPIONATO" - "Serve tolleranza zero per episodi come questo, le partite vanno sospese subito, anche in campionato", commenta Barbara Berlusconi. "E' un episodio inqualificabile - ha detto all'Ansa - E' stato giusto aver lasciato il campo. Non si può far sempre finta di non vedere e non sentire".

CONTRO L'ARBITRO - Tra i vertici della Pro Patria prevale la delusione per un'occasione persa nel peggiore dei modi possibili. Anche se la reazione del resto del pubblico lenisce in qualche modo la figuraccia per questo evento unico nella storia del nostro calcio (finora era successo solo che due giocatori, l'ivoriano Zoro e il camerunense Eto'o, interrompessero partite di Serie A stanchi dei cori razzisti). In tribuna il sindaco di Busto Arsizio, Gigi Farioli, a capo di una giunta di centro-destra, si scatena: "Questa non è gente di Busto Arsizio, non deve andarci di mezzo tutta la città, qui non siamo a Verona", dice il primo cittadino che se la prende anche con Boateng ("Reazione spropositata anche se umanamente comprensibile, ha lanciato un pallone a 200 km orari contro la curva dove c'erano anche molti bambini, non giustificabile per un professionista") e l'arbitro ("Doveva sospenderla al primo ululato"). La seconda affermazione trova d'accordo quasi tutti i protagonisti della partita. Nei primi 26 minuti, la panchina del Milan ha ripetutamente chiesto a Gian Luca Benassi di Bologna di fermare la gara in modo che lo speaker dello stadio potesse rivolgere un appello agli ultrà (una richiesta in tal senso è arrivata anche dalla panchina della Pro Patria al guardalinee). Ma il direttore di gara ha continuato a rinviare lo stop. Fino a quando è stato preceduto da un calcio rabbioso di Boateng. "Sono persone che non vediamo mai allo stadio", ha detto anche il proprietario della Pro, Pietro Vavassori.

IDENTIFICAZIONE E FILMATI - Saranno le forze dell'ordine a stabilire chi sono e da dove vengono. La "scientifica" ha già iniziato ad analizzare i filmati, effettuati grazie alle telecamere che riprendono tutte le gradinate dello "Speroni". E le forze dell'ordine hanno identificato tutti gli ultrà all'uscita del loro settore. Si tratta di un centinaio di persone. Ora si tratta di capire in quanti si sono macchiati dei "buuu" razzisti. Per loro è pronto un Daspo che impedirà loro di rovinare altre partite. Più complicato immaginare un procedimento penale. "La Polizia Scientifica con l'ausilio della Digos e del personale del Commissariato di Busto Arsizio, ha proceduto alle riprese dei fatti accaduti. Sono in corso tutti quegli accertamenti volti a definire le responsabilità personali per gli episodi accaduti, sia dal punto di vista penale che amministrativo, per adottare i conseguenti provvedimenti ed isolare i responsabili e scongiurare l'eventuale ripetersi dei fatti accaduti".

VIDEO: PRO PATRIA-MILAN SOSPESA
FOTO: I GIOCATORI LASCIANO IL CAMPO / LA RABBIA DI BOATENG