venerdì 30 aprile 2010

Madrid accoglie l'Inter

Fonte: Sfrenzy Channel

Semplicemente immensi: impresa titanica. Non riesco a trovare altre parole per descrivere quanto successo ieri sera al Camp Mou di Barcellona, dove l’Inter di Josè Mourinho ha eliminato i campioni del mondo blaugrana, guadagnandosi la tanto attesa finale di Madrid. È stata una serata storica che ricorderemo per molto tempo, la quale si aggiunge alla grande stagione di quest’anno meraviglioso. Solo ora riesco a trovare il tempo per descrivere la mia gioia, il mio stato d’animo e scrivere due righe per condividerlo con voi amici. Ho dormito molto poco stanotte, l’eccitazione è stata totale e l’euforia è ancora alta ma sono ugualmente riposato e la giornata è bellissima. Dopo 38 anni i Neroazzurri sono in finale di Champions League e passata la qualificazione a gironi, Zanetti e compagni hanno eliminato CSKA, Chelsea, Barcellona ed ora affronteranno i tedeschi del Bayern Monaco nella finalissima di Madrid. Nella bolgia totale di ieri sera l’Inter ha affrontato una partita durissima, forse la più dura da quando seguo il calcio negli ultimi venticinque anni; l’atmosfera era molto calda ed i novanta mila sostenitori spagnoli hanno fatto la loro parte, forse troppo. Aizzati dalla società stessa e da tutti i media durante l’arco di un’intera settimana con video, spot pubblicitari, magliette, cartelloni e con l’invito di presentarsi alcune ore prima allo stadio, contrariamente a quello che succede abitualmente, i tifosi blaugrana hanno vissuto così questi ultimi giorni prima della sfida di ieri sera. Non sono mancate le polemiche scaturite dopo le dichiarazioni di alcunigiocatori del Barça: "vi pentirete di essere dei calciatori professionisti", "venderemo cara la nostra pelle", "passeremo noi, siamo nettamente più forti" e bla bla bla. E questo è lo stile Barcellona? Ma per piacere, non fatemi ridere. Avevano tanta paura e pensavano di intimidire i Neroazzurri dopo che all’andata a Milano, arrivati spavaldi e sicuri di passeggiare, hanno preso tre pere sulle orecchie e via. Nemmeno l’accoglienza in ritiro è stata delle migliori, infatti durante la notte una cinquantina di mentecatti hanno invaso l’area riservata all’Inter e muniti di padelle, mestoli e trombe hanno disturbato il sonno dei ragazzi; anche allo stadio è stato riservato un ambiente particolare, soprattutto ai danni di Mourinho e non contenti di avergli sfasciato l’auto e sputato addosso il giorno prima, hanno ricordato lui in quante maniere si può chiamare una madre, una delle tante che si trovano sul ciglio della strada. In questo clima sportivo e festoso inizia la gara, tra l’altro rovinata dall’arbitro De Bleckere (vecchia conoscenza) per via di una discutibilissima espulsione di Thiago Motta artefice di una manata non violenta ai danni dello squallido e teatrante Busquets. Ma contrariamente alle mie abitudini, non parlerò di quanto successo e degli episodi o non mi preoccuperò di montare un video con le immagini. Mi limiterò a ringraziare questi quattordici leoni scesi in campo che hanno combattuto dall’inizio alla fine, senza mai mollare un solo istante e sputando sangue per tutta la partita, gran parte di essa giocata in dieci uomini. Ancora una lezione mentale, di cuore e sacrificio per la squadra, una prova totalmente difensiva ma maiuscola. Quanto successo alla mezz’ora del primo tempo non ha permesso altro, in una partita dove non era l’Inter a dover fare il gioco. Come sempre coordinati perfettamente dallo Specialone che non finisce mai di stupirci, è sempre in grado di trasmettere la giusta carica ad ogni situazione, il carattere e disporre tatticamente la squadra migliore. Partita pazzesca, in uno stadio pazzesco e con un pubblico pazzesco che i Neroazzurri hanno domato senza quasi far sentire l’inferiorità numerica. Grazie ragazzi, grazie Josè, siamo in finale. Tutto il resto non conta!

giovedì 29 aprile 2010

LORO LA PELLE...NOI IL SANGUE...

Fonte: Inter Club Sarno




Lacrime di gioia...non si puo' capire...l'ultima finale nel '72...seconda elementare,per quello che un bambino cosi' piccolo puo' capire...cosi' come non potevo ricordarmi di quando Jair,pochi giorni prima di vincere la Coppa dei Campioni,giocava a palla con me,nel corridoio di casa mia... Quanti pensieri in questa notte magica,in questa notte folle ,incredibile,piena delle emozioni che hanno sempre caratterizzato il cammino di questa nostra grande eterna squadra...,fredda lucidita' nel caldo cuore nerazzurro...l'avevo detto...al Bernabeu le finali sono spesso tra Italia e Germania...e gli eroi di Barcellona hanno tramutato in realta' questo vaticinio...Un gioco,quello degli uomini di Pep, stucchevole e orizzontale,senza mai sbocchi,se non con un gol in fuorigioco,e senza alcun fallo grave da parte nostra,senza punizioni dal limite ,giocando in dieci in casa loro,col pubblico che decideva al posto dell'arbitro,casalingo in ogni suo organo,e sempre ostile ai colori nerazzurri,visto che ha per l'ennesima volta espulso uno dei nostri,e ingiustamente...Ma sono talmente felice che non ricordo piu' l'occhiolino dell'attore-Busquez,le maglie della pelle,gli innumerevoli tuffi blaugrana,i falli da CTO di Messi,indegnamente paragonato a Maradona...E nemmeno quel coglione di Ibra,cosi' preciso ed opportuno nell'andarsene,senza capire che il problema era e resta solo lui...l'uomo degli scudetti dallo spessore internazionale impalpabile...meno male che non gioca piu' con noi...a parti invertite avremmo probabilmente perso la qualificazione...Ma Eto'o l'abbiamo noi...il leone ruggisce per i colori nerazzurri,fa il difensore e si sacrifica,senza sputare... e senza mal di pancia,senza atteggiamenti provocatori e senza spocchia...E' la vittoria di Mourinho,perfezione tattica difensiva,costretto ad una strenua difesa per due semplici motivi: il forfait di Pandev,e l'ingiusta espulsione di Motta...Ma l'ora del destino era scoccata ,e nulla avrebbe potuto impedire che succedesse l'inevitabile...e cioe' il giusto premio per una squadra fantastica,umile,dal carattere imponente,dalla compattezza granitica,,che dopo anni di umiliazioni causate da tanti fattori,per lo piu' di natura criminale,non ha potuto raccogliere i frutti meritati di tanti grandi acquisti,di tanti sacrifici,di tanta onesta' non ripagata ...Siamo a un passo dal Grande Slam,cosa mai riuscita a nessuno in Italia,ed anche se tutto cio' non dovesse avverarsi,saremo sempre fieri di quello che questa Inter,la grande Inter di Mourinho,ha fatto e sta facendo ...,perche' abbiamo la possibilita' di sbaragliare qualsiasi ricordo,qualsiasi impresa fatta in precedenza,da chiunque...qui si sta scrivendo la storia...

Erody

La Coppa nella roccia

Fonte: C'è solo l'inter

Il Camp Nou in silenzio ascolta l'eco delle urla di una battaglia epica, il sangue degli eroi colora il manto erboso...è Nerazzurro!
Le difficoltà che un tempo ci precludevano traguardi ambiziosi, questa volta non ci hanno fermato; Sneijder al 50%, Pandev indisponibile all'ultimo minuto e l'espulsione di Motta dopo solo 28 minuti, nulla ha potuto frenare il sogno, neppure l'ossessione catalana.
Siamo difronte all'Inter più "cazzuta" degli ultimi 40 anni, un gruppo coeso e capace di soffrire in 10 contro 11, in uno stadio trasformato in bolgia infernale, capace di ergere un muro davanti ad Julio, con il coraggio di immolarsi ai colpi di Messi e compagnia ed uscire dallo scontro, con la pelle degli avversari!.
La finale di Madrid è un obiettivo divenuto realtà, un traguardo raggiunto con il sacrificio e la forza di una "famiglia" unita, dal Presidente Moratti a Mourinho, dai Giocatori a tutto lo Staff, fino all'ultimo dei tifosi!.
Ci Siamo, siamo a Madrid, ma la guerra non è finita ed ora che ci si appresta alla morsa finale, stringiamo i denti e con l'umiltà degli eroi e la forza dei gladiatori giochiamoci il sogno di unire il passato con il presente, da Angelo a Massimo Moratti, da Herrera a Mourinho, da Facchetti a Zanetti, un filo conduttore che disegna la spina dorsale di una storia gloriosa di cui noi tutti siamo fieri!.
Al Bernabéu, conficcata nella roccia, ci aspetta da 45 anni, la Coppa dalle grandi orecchie, attende di essere sfilata dalle mani dei predestinati...il sogno continua!.
FORZA INTER!!!

MADRID, ARRIVIAMO!

Fonte: Nerazzurro.it

UNA SERATA DA EROI. INTER IN FINALE !!!

Fonte: De Rerum Calciorum

Sono stremato e felice. Contrariamente al mio solito non ho visto la partita da solo ma l’ho seguita insieme con un nutrito gruppo di nerazzurri (eravamo tredici se non erro) ed è stato bellissimo. Al fischio finale mi sono ritrovato al centro della stanza a saltare abbracciato stretto ad un amico mentre tutti ci saltavano addosso. E’ stato qualcosa di fantastico e irrepetibile. Alala fine siamo rimasti in pochi e tra un’intervista e l’altra ci stiamo fatti 4-5 giri di sambuca brindando di volta in volta ai nostri eroi. Ed ora eccomi qua. Dopo essere tornato a casa e dopo una doccia veloce, sono qui, in mutande, a scrivere uno dei post più belli, uno di quei post che da blogger tifoso speri di scrivere prima o poi ma che potresti anche non scrivere mai.

Ragazzi, siamo in finale !!! E ci siamo arrivati dopo 90 minuti di sofferenza giocati in uno stadio che era una bolgia. Ci siamo arrivati dopo essere rimasti in 10 al 29esimo per l'espulsione di Thiago Motta per doppia ammonizione. Ci siamo arrivati dopo un’ora più recupero di sofferenza. Ci siamo arrivati dopo aver preso un gol a sette minuti alla fine (e io che gridavo come un matto “calma, sono solo 7 minuti, calma”) e dopo aver subito un altro in pieno recupero giustamente annullato per tocco di mano (se era valido penso che in molti saremmo morti d’infarto).
Siamo in finale. Andiamo a Madrid dopo aver subito quella che Mourinho ha definito “la sconfitta più bella della mia vita”. Il sogno continua. E diventa ogni giorno più bello.
FORZA INTER !!!
SIAMO IN FINALE DI CHAMPIONS LEAGUE !!!

E' FINALE GRAZIE INTER

Fonte: Inter Emotional Site
Josè Mourinho: "Una squadra di eroi, un campo dove gli eroi hanno lasciato il sangue. Gli altri parlavano di lasciare la pelle, noi abbiamo lasciato il sangue che è più importante. È stata una vittoria di tutti: di chi questa sera ha giocato e di chi non era in campo, dei tifosi che hanno sofferto qui al 'Camp Nou' e di coloro che l'hanno fatto nelle loro case. Quella scritta questa sera sarà una pagina di storia da raccontare ai nipoti, non alla stampa, in un giorno assolutamente incredibile. Chiedo ai tifosi uno sforzo: è la nostra festa, voglio tutti i tifosi all'aeroporto ad aspettare questi ragazzi e li voglio tifosi a Roma dove giocheremo un'altra finale. Immagino la loro gioia perchè tutti i nostri tifosi sono consapevoli di quanto sia stato difficile compiere quest'impresa. Era difficile farlo con 11 uomini in campo, figuriamoci in 10. È la sconfitta più bella della mia vita, ma questa squadra meritava di pareggiare 0-0. Io ho già vinto la Champions League, ma vincere oggi è stato ancora più bello. Vinsi quella coppa 3-0 e sapevo di diventare campione già prima del fischio finale. Oggi non è stato così, se avessi potuto giocare, avrei lasciato il sangue in campo anche io, nonostante sia scarso. Il Barcellona si aspettava di vincere, ma ha avuto una sorpresa enorme già al 'Meazza. Poi, quando abbiamo visto certe scritte sulle maglie e altri episodi, abbiamo capito che i nostri avversari avevano paura. Forse, se fossimo rimasti in undici uomini in campo, avremmo vinto la gara, ma abbiamo dovuto sopportare l'infortunio di Pandev, grazie alla bravura di Chivu che è stato spettacolare e si è preparato al match in 10 minuti, poi Thiago Motta è stato espulso. Insomma, una gara incredibile. Questa è davvero la mia gioia. Quest'Inter ha saputo vincere contro Chelsea e Barcellona, potrà vincere o non vincere quest'anno la Champions League, ma ora questa squadra è una squadra di dimensione europea e questa è una soddisfazione per me. I tifosi nerazzurri? Credevo impossibile ritrovare un'empatia come quella costruita con i tifosi del Chelsea e invece ne ho trovata una ancora più grande con quelli dell'Inter. Se ora il calcio italiano mi piace di più? No, rispetto tutti e tutto, ma non mi piace di più. Futuro? La mia direzione per adesso va verso Roma, poi a Siena e poi a Madrid. Le provocazioni? Anche di Messi? Messi è Messi, un talento assolutamente incredibile, di un'altra galassia. Ma come i suoi compagni non ha giocato con abbastanza forza. Io ho giocato in un modo completamente diverso: solo per darvi un'idea, alle 4 di questa mattina abbiamo chiamato la polizia perchè non potevamo dormire. Falli? Simulazioni? Vi garantisco una cosa: il prossimo anno tornerò a giocare al Camp Nou, mi capita sempre, ma ogni volta che tornerò, mi succederà sempre qualcosa. Il rosso a Motta l'ho avuto in passato con Drogba, purtroppo Thiago ha perso un po' di lucidità, ma non gli ho detto nulla. Ho preferito usare l'intervallo per parlare con i miei giocatori. Un giudizio sull'arbitraggio di De Bleeckere? Non voglio giudicare, prima della gara avevo detto che quando i giocatori aiutano l'arbitro, il suo compito è molto più facile. Oggi mi sembra che qualcuno non abbia seguito questo consiglio...". Massimo Moratti: "Sono molto felice, hanno giocato in 10, contro i campioni del mondo, in casa loro: gran carattere, grande squadra, individualmente e come gruppo. È una felicità infinita. Speriamo che sia un passaggio di consegna con il Barcellona, noi ci siamo, su tre finali: Champions League, Coppa Italia e campionato con tre gare che sono come una finale. Mourinho anche stasera è stato un fenomeno e i ragazzi meravigliosi, un carattere immenso. Sapevano cosa fare in ogni momento, bravissimi. Hanno giocato in maniera davvero intelligente, complimenti a tutti: spero che i tifosi dell'Inter siano felici quanto lo sono io, tantissimo". Marco Tronchetti Provera: "Mi sembra che il successo sia di tutta la squadra e di Mourinho, che in 10 ha saputo reggere di fronte al Barcellona. Grande squadra che ha maturità da Champions. La squadra è compatta e solida, il sacrificio di Ibrahimovic in realtà ci ha giovato, e poi abbiamo un grande spirito. Adesso gli obiettivi sono tutti a portata di mano e noi ce la metteremo tutta per conquistarli". Javier Zanetti: "Abbiamo sofferto, ma meritavamo questa vittoria. Per quello che abbiamo fatto oggi, per quello che abbiamo dimostrato, per quello che siamo: un grande gruppo. C'era un'aria molto pesante, ma noi eravamo concentrati solo sulla partita. Al di là dell'espulsione è stato davvero importante lo spirito messo in campo dal nostro gruppo. Adesso pensiamo anche al campionato, poi la nostra testa sarà tutta per la finale di Madrid". Wesley Sneijder: "È meraviglioso, siamo in finale, è un sogno. Dobbiamo goderci questo momento ma riconcentrarci poi subito sul campionato e anche sulla Coppa Italia, non vogliamo lasciar andare nulla. È il momento più bello della mia carriera, finora la mia migliore stagione, sono al settimo cielo, dobbiamo festeggiare".

La pagella di Barcellona - Inter

Fonte: SoloInter

Julio Cesar determinante su Messi e Xavi. Maicon raramente vede la metà campo avversaria ma è attentissimo su Pedro. Lucio e Samuel straordinari, annullano Ibrahimovic e Messi. Zanetti perfetto, Messi e Dani Alves non sfondano mai. Cambiasso sembra avere il dono dell'obiquità, legge in anticipo le mosse degli avversari, argina sul nascere gli attacchi per vie centrali dei blaugrana. Motta gioca meno di mezz'ora, rimedia un giallo (giusto) ed un rosso diretto (eccessivo). Eto'o si sacrifica come tornate e difensore aggiunto, stoico. Milito prova a far rifiatare la squadra, lotta come un leone. Chivu, lanciato all'ultimo nella mischia, gioca una gara di grande intelligenza tattica. Sneijder non è al top e si vede, ma la sua posizione da fastidio a Xavi, fonte del gioco blaugrana.

JULIO CESAR: compie un paio di interventi decisivi. E’ protagonista in quelle rare occasioni in cui la squadra concede qualcosa al Barcellona. Anticipa eccessivamente i tempi dell’uscita su Piquè, ma il suo contributo resta determinante. Voto: 7.

MAICON: è quello che soffre maggiormente l’assetto difensivo e nella sua zona agisce il cliente più pericoloso da sorvegliare e limitare (Pedro). Non può mai venir fuori, né far valere le sue caratteristiche migliori. Regge con ardore. Voto: 6,5.

LUCIO (il migliore): leader indiscusso di una difesa di ferro. Imbattibile sui palloni che spiovono in area, sempre ben piazzato quando qualche avversario cerca di puntarlo. Respinge qualsiasi assalto. Domina e comanda le operazioni fino alla fine. Il fischio finale è preceduto dalla sua ennesima ribattuta. E’ l’immagine sicura e famelica di un’Inter d’acciaio. Voto: 9.

SAMUEL: solo Bojan nel finale scalfisce la sua sicurezza, pur senza minare una superiorità imposta per 95 minuti. Gioca d’anticipo su chiunque e vince i duelli fisici con Ibra. Messi non riesce mai a puntare la porta quando lui esce in ultima battuta. Insuperabile. Forma col compagno di reparto una delle coppie difensive più forti mai viste in questa competizione. Voto: 8.

ZANETTI: conquista la finale che sogna da anni, dopo aver condotto la nave per più di 15 anni solcando ogni tipo di mare. Il Capitano merita di vivere questo fantastico momento. Contrasta Messi e lo ferma, stringe in area e trova perfette diagonali difensive. Oppone una resistenza eroica. Voto: 7,5.

CAMBIASSO: è il vertice del triangolo difensivo che forma con i centrali Lucio e Samuel. Attorno a lui si muove tutta l’inter, in modo straordinariamente coordinato. Presidia gli spazi sulla trequarti del Barca, chiudendo quei varchi che gli avversari disperatamente cercano per arrivare al tiro o per trovare l’ultimo passaggio. Voto: 8.

MOTTA (il peggiore): la sua espulsione è più che eccessiva e fa da preludio alla serataccia dell’arbitro. Tuttavia, essendo già ammonito, doveva prevedere che una leggerezza, se interpretata male, avrebbe messo in grossa difficoltà la squadra. Troppo incline a gesti plateali. L’avversario Busquets, invece, dovrebbe vergognarsi per il comportamento antisportivo tenuto. Voto: 5.

ETO’O: arricchisce il suo palmares di finali. E lo fa mostrando doti di umiltà e di adesione alla causa nerazzurra encomiabili. E’ consapevole che la partita non gli proporrà grandi occasioni per ripartire, a differenza di ciò che avvenne nella gara S.Siro, e così si impegna in un lavoro in copertura da mostrare anch’esso nelle scuole calcio. Voto: 7.

SNEJIDER: Mourinho lo mantiene in posizione centrale per sfruttarne la rapidità e la capacità di attuare il pressing alto di cui l’inter ha bisogno per allentare la pressione. Ci riesce solo a tratti, complice una condizione imperfetta, ma il suo dinamismo non consente a Xavi di agire indisturbato nella proposizione dell’azione. Mossa superba. Voto: 6,5.

CHIVU: si adatta alle esigenze e copre bene più ruoli. Ci mette anche una corsa superiore alle attese, nonchè tanta intelligenza tattica nel presidio degli spazi. Allertato solo pochi minuti prima dell’inizio della contesa, risponde con grande immediatezza. Voto: 7.

MILITO: nei primi 20 minuti riesce a tenere in apprensione i centrali del Barca, che memori dei danni patiti all’andata non dimostrano grande tranquillità. L’espulsione di Motta lo costringe in fascia. Tappa la falla senza riuscire a tenere palloni che facciano salire la squadra. Impensabile pretendere di più. Sofferenze ripagate. Voto: 6,5.

MUNTARI: aggredisce i portatori di palla, rallentandone l’azione. Dà tutto, anche se non sale bene in occasione dell’imbucata che pesca Piquè. Eppure, un piccolo fuorigioco c’è ugualmente. Voto: 6.

CORDOBA: entra nel momento peggiore, quando Il Barca aggredisce con più veemenza e le forze dell’Inter cominciano a venir meno. E’ uno in più da superare. Ci riesce solo Piquè, approfittando di una scivolata troppo azzardata. Voto: 6.

MARIGA: macina i metri necessari ed entra benissimo in partita. Sradica gli ultimi palloni con personalità. Conquista il fallo e non ne commette alcuno. Voto: 6,5.

MOURINHO: una partita, un romanzo. Prepara un’Inter con Pandev, per non rinunciare a far male al Barcellona, per poi convergere verso una soluzione difensiva quando il macedone da forfait nel riscaldamento. Non ci sono alternative di ugual valore e Balotelli è al momento un giocatore inaffidabile. Per non perdere la fisionomia tattica posiziona Chivu alto a sinistra, finchè l’espulsione di Motta costringe ad un ulteriore cambiamento.
La squadra risponde sempre con lucidità e carattere, adattandosi ad una partita da affrontare necessariamente in trincea. Due linee cortissime e strette anestetizzano la partita e limitano al minimo i rischi. Il Barcellona non riesce mai a trovare le chiavi della gabbia. Con Snejider in non perfette condizioni fisiche stentano le ripartenze e Milito si sfianca da centrocampista di fascia. Solo negli ultimi 10 minuti l’Inter rischia di capitolare, quando a creare scompiglio è un difensore centrale di grande qualità come Piquè. Segno evidente dell’impotenza manifestata dal Barcellona dinanzi allo strapotere di un’Inter messa in campo in maniera splendida, padrona di una fase difensiva senza eguali, studiata e applicata. L’Inter merita la finale tanto attesa. Merita di avvicinarsi sempre di più al mito. Merita una qualificazione leggendaria contro una squadra mostruosa, ma che in due gare non ha creato pressoché nulla ed anzi ha subito un lezione nel primo tempo di S.Siro, che per la qualità da noi espressa si erge a partita simbolo.

Autore: Fenix

28/04/1010 Barcellona 1 - Inter 0 highlights

Ci abbiamo messo il cuore, l'anima, e sempre la nostra grande umiltà. FORZA RAGAZZI!!!!!

L'esultanza di Jose Mourinho

LA REMONTADA!!! (BARCELLONA INTER 1-0)

a parte il finale da osteria direi che la cronaca della partita è rappresentativa delle emozioni provate....

DAVVERO GRANDI!!!!

Da Lorenzo

martedì 27 aprile 2010

Sindrome da Icaro

Fonte: Interisti Leninisti

Nel paese dei Cretini il re Minosse aveva chiesto a Dedalo di costruire il labirinto per il Minotauro. Avendolo costruito, e quindi conoscendone la struttura, a Dedalo e suo figlio fu preclusa ogni via di fuga da Creta da parte di Minosse, poiché temeva che ne fossero svelati i segreti e vennero rinchiusi nel labirinto. Per scappare, Dedalo costruì delle ali con delle penne e le attaccò ai loro corpi con la cera. Malgrado gli avvertimenti del padre di non volare troppo alto, Icaro si fece prendere dall'ebbrezza del volo e si avvicinò troppo al sole (nella mitologia corrente l' INTER); il calore fuse la cera, facendolo cadere nel mare dove morì. La tradizione lo porta come esempio di chi tenta di compiere azioni fuori dalla propria portata e senza averne i mezzi sufficienti.

lunedì 26 aprile 2010

Altro 3-1 Inter: torna davanti

Fonte:gazzetta.it

La squadra di Mourinho parte malissimo, va sotto col gol di Tiribocchi, soffre per oltre 15', poi rimonta con Milito, con la collaborazione Mariga-Muntari e con il 3-1 nella ripresa di Chivu. Temporaneo sorpasso alla Roma (+2), che domani potrà rispondere contro la Sampdoria. Risentimento muscolare per l'olandese: da valutare
L'Atalanta non fornisce abbastanza adrenalina all'Inter: merce difficile da trovare, per chi ha vissuto una notte da sogno col Barcellona. Nonostante non si possa sbagliare nel ping pong con la Roma, la squadra di Mourinho entra in campo spenta e spaesata, come se venisse da una sbornia di felicità, e non da una settimana passata all'insegna di Balotelli. Quindici minuti terribili, e un gol di Tiribocchi, bastano per dare la scossa. Il solito Milito, la "prima" di Mariga (in collaborazione con Muntari), il ritorno al gol di Chivu ribaltano la gara, riportano i nerazzurri temporanemanente in vetta e permettono a Sneijder e compagni di pensare solo al Barcellona. Quarta vittoria di fila in casa, 44° risultato utile a San Siro: il tutto ottenuto facendo rifiatare alcuni uomini e ritrovando qualcuna delle seconde linee. Missione compiuta per Mourinho, ora la palla passa a Ranieri.


sabato 24 aprile 2010

Uno scudetto non revocabile

Fonte: Il manifesto di venerdì 23.04.2010 pagina 14 di Luigi Cavallaro

Segnalato da Mimmo Arnaboldi

Nella discussione sulle intercettazioni inedite di Calciopoli, c'è il tentativo di confondere il piano storico e quello giuridico per ritrovare nei tribunali la dignità persa sui campi di gioco. Ma la prescrizione e le regole della giustizia sportiva rendono inutile la nuova inchiesta della Figc.
Nella discussione su Calciopoli ci sono due piani da tenere distinti: il piano storico e il piano giuridico. Quest'ultimo a sua volta presenta due risvolti: quello sportivo e quello penale.
Dal punto di vista penale la cosa è semplice. Il processo di Napoli contro Moggi e altri è volto ad accertarne la colpevolezza o l'innocenza in relazione al reato di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Il fatto che la difesa di Moggi cerchi di sostenere che i comportamenti contestatigli fossero comuni a molti altri dirigenti è logico: l'obiettivo è quello di persuadere i giudici che si trattava di comportamenti diffusi, magari moralmente deprecabili ma comunque penalmente irrilevanti. Il processo si concluderà con una condanna o un'assoluzione degli imputati; se poi la Procura dovesse ritenere che le intercettazioni inedite acquisite al processo configurino illeciti penali a carico di terzi, indagherà anche costoro (nei limiti della prescrizione e, naturalmente, dell'esistenza in vita).
Non meno semplice mi sembra la questione sotto il profilo sportivo. I comportamenti di Moggi in quanto dirigente della Juventus sono già stati sanzionati dagli organi federali nel 2006; quelli che dovessero emergere a carico di terzi nell'inchiesta aperta mercoledì dalla Procura federale sono verosimilmente destinati a cadere sotto la scure della prescrizione, che - secondo il regime allora vigente - maturava per i tesserati «al termine della quarta stagione sportiva successiva a quella in cui è stato posto in essere l'ultimo atto diretto a commettere le infrazioni» e per le società «al termine della seconda stagione sportiva successiva a quella in cui è stato posto in essere l'ultimo atto diretto a commettere le infrazioni stesse». Trattandosi di fatti risalenti alla stagione 2004-2005, pochi dubbi possono sussistere al riguardo.
E l'assegnazione degli scudetti? Vi è chi dice che la Juventus potrebbe chiedere la revocazione della sentenza della Caf con cui le furono tolti gli scudetti 2005 e 2006. Ma la revocazione (che dev'essere chiesta entro 30 giorni dalla scoperta dei fatti che la possono determinare) è possibile solo in casi tassativi, e cioè se se si dimostra: 1) che la sentenza è stata frutto «del dolo di una delle parti in danno all'altra»; 2) che «si è giudicato in base a prove riconosciute false dopo la decisione»; 3) che «a causa di forza maggiore o per fatto altrui, la parte non ha potuto presentare nel precedente procedimento documenti influenti ai fini del decidere»; 4) che «è stato omesso l'esame di un fatto decisivo che non si è potuto conoscere nel precedente procedimento, oppure sono sopravvenuti, dopo che la decisione è divenuta inappellabile, fatti nuovi la cui conoscenza avrebbe comportato una diversa pronuncia»; 5) che «nel precedente procedimento è stato commesso dall'organo giudicante un errore di fatto risultante dagli atti e documenti della causa».
Ora, se le nuove intercettazioni dovessero dimostrare che l'illecito sportivo per cui sono stati condannati Moggi e Giraudo (e cioè la violazione dell'art. 6 del Codice di Giustizia Sportiva, che sanziona «il compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara ovvero ad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica») era in realtà comune a molti altri, non ci troveremmo in alcuna delle ipotesi di revocazione: l'illecito sportivo degli altri non escluderebbe infatti l'illiceità sportiva del comportamento dei dirigenti della Juventus. La revocazione ha la finalità di rimuovere una condanna inflitta ingiustamente a qualcuno, ma la condanna di qualcuno è ingiusta solo quando quel qualcuno è innocente, non quando qualcun altro non è stato condannato insieme a lui.
Ultima questione: la scoperta di eventuali illeciti commessi da dirigenti nerazzurri potrebbe comportare la revoca dello scudetto 2006? Chi sostiene di sì richiama il parere redatto dal comitato di esperti cui si rivolse l'allora commissario Guido Rossi per stabilire se lo scudetto revocato alla Juve potesse essere assegnato alla prima classificata dopo le penalizzazioni: il parere infatti si concludeva dicendo che il titolo poteva anche non essere assegnato per motivi di «ragionevolezza e di etica sportiva» (ad esempio, quando ci si fosse resi conto «che le irregolarità sono state di numero e portata tale da falsare l'intero campionato ovvero che anche squadre non sanzionate hanno tenuto comportamenti poco limpidi»). Sennonché, le intercettazioni fin qui rese disponibili si riferiscono non già alla stagione 2005-2006, ma a quella precedente, per la quale il titolo è stato, appunto, «non assegnato». Di conseguenza, non possono essere utilizzate per giudicare della legittimità dell'assegnazione dello scudetto relativo alla stagione successiva: eventuali irregolarità che avrebbero potuto comportare la non assegnazione del titolo 2005-2006 avrebbero dovuto essere commesse nella stessa stagione - e da nessuna parte è emerso che ce ne siano state.
Per di più, che queste telefonate possano di per sé denotare «comportamenti poco limpidi» dei dirigenti dell'Inter è tutto da dimostrare. La sentenza della Caf ha chiarito che i «ripetuti incontri, anche conviviali» tra i dirigenti bianconeri e i designatori e la «frequenza delle telefonate tra loro intercorse» avrebbero costituito un fatto «insignificante» se non fosse stato per il «contenuto delle conversazioni telefoniche antecedenti e successive agli incontri», che rivelava che la funzione dei colloqui era quella di intervenire sul settore arbitrale in modo da condizionarlo e ottenere l'auspicato «vantaggio in classifica». E se ciò è vero, bisogna concludere che non erano i colloqui in sé a integrare la condotta antisportiva, ma il loro contenuto: il quale, vale la pena di ricordarlo, testimoniava dell'«interferenza di Moggi nella fase di predisposizione delle griglie e, dopo il sorteggio dell'arbitro, nella fase di designazione degli assistenti», allo scopo di assicurarsi non solo «un arbitraggio favorevole in relazione alla gara della propria squadra» ma anche «di impedire che le squadre concorrenti potessero usufruire di arbitraggi ad esse favorevoli».
Infine, c'è da dire che, una volta assegnato, lo scudetto può essere soltanto revocato. Va da sé che non potrebbe esserlo per comportamenti disciplinarmente rilevanti, poiché questi ultimi sarebbero coperti da prescrizione. Ma non meno arduo è ipotizzare una revoca per esigenze di ripristino dell'«etica» e della «trasparenza», come pure taluno ha sostenuto, perché - per un principio generale immanente al nostro ordinamento giuridico - provvedimenti che attribuiscono a qualcuno un certo beneficio possono essere «revocati» solo nella misura in cui all'autorità concedente è concesso un potere di tipo sanzionatorio (o altrimenti ablatorio). E nessun potere sanzionatorio la Federazione potrebbe mai esercitare nei confronti dell'Inter, essendo appunto maturati i termini prescrizionali.
Fin qui il piano giuridico. Sul piano storico ci si può chiedere: perché per Calciopoli ha pagato solo la Juventus, o comunque soprattutto la Juventus? Qui ognuno può pensarla come crede, con l'obbligo morale di motivare al meglio i propri convincimenti. Personalmente credo che Calciopoli rifletta al meglio la storia e lo stato dell'Italia - i suoi tanti vizi e le sue pochissime virtù. Ma per piacere, non confondiamo i piani del discorso: non serve a nessuno, fuorché a quanti pretendono di ritrovare nei tribunali la dignità perduta sui campi da gioco.

venerdì 23 aprile 2010

Inter monumentale

La squadra più forte del mondo si piega di fronte ad un inter monumentale.



L'arbitro fischis la fine della partita e tutti si lasciano andare in un boato che sfoga la tensione.
L'inter batte il barcellona di messi con i gol di maicon milito e shneider, nessuno ci avrebbe scommesso ed ora tutti festeggiano il RISULTATO

mercoledì 21 aprile 2010

Champions League, Inter-Barcellona 3-1: i nerazzurri ora “vedono” la finale

Nella gara più importante della stagione l’Inter sfodera la prestazione perfetta. Campioni d’Europa annichiliti dalla corsa e dalla forza della corazzata di Josè Mourinho che ora ha tutto il diritto di sognare quella finale di Madrid del 22 maggio, quella finale che i nerazzurri inseguono da quasi 40 anni. Tutta la squadra, messa benissimo in campo da Mourinho, è stata eroica, uno su tutti: Diego Milito, assist per il primo e il secondo gol e autore del 3-1 definitivo, esce poi stremato dai crampi e raccoglie la standing ovation di San Siro. Ma andiamo con ordine: Pedro porta in vantaggio i campioni d’Europa e del mondo al 19′ del primo tempo, pareggia Sneijder alla mezz’ora. Nella ripresa, un’Inter tanto affamata quanto straordinaria mette ko Messi e compagni prima con Maicon e poi con Diego Milito, che però sembra essere un pò più avanti rispetto all’ultimo difensore. L’ultimo quarto d’ora è un’autentica sofferenza per i nerazzurri, che ormai sembrano aver dato tutto, e riescono a limitare i danni. Sneijder commette anche un netto fallo da rigore su Dani Alves, ma l’arbitro grazia i nerazzurri e ammonisce un incredulo Dani Alves per simulazione. Poi il fischio finale, la gioia degli 80 mila di San Siro macchiata però dal brutto gesto di Balotelli che si toglie la maglia e la getta via. Sono cose da ragazzi…

PRIMO TEMPO - Subito ci prova il Barça al 1° minuto sull’asse degli ex Maxwell-Ibra, cross del terzino per l’ariete blaugrana che prova l’acrobazia senza successo. I campioni d’Europa mettono molta pressione all’Inter nei primi minuti della gara, i nerazzurri tentano di uscire dal guscio al 10′ quando Milito viene fermato ingiustamente in fuorigioco. Al 17′ prima vera occasione per i nerazzurri: Eto’o prova a sorprendere Valdes dal limite, il portiere catalano respinge corto, arriva Milito che sciupa una buonissima occasione. Gol sbagliato, gol subito: è una delle dure leggi del calcio, due minuti dopo Maxwell scende indisturbato sulla fascia sinistra, cross in mezzo per l’accorrente Pedro che mette in rete di prima intenzione con il sinistro. L’Inter tenta la reazione, una serie di off-side fermano Milito che poi al 27′ sciupa un’altra ghiotta opportunità: il Principe cerca il secondo palo, ma sbaglia e mette fuori di poco. Al 30′ l’argentino si fa perdonare e regala l’assist a Sneijder per un pareggio più che meritato: l’azione inizia da Eto’o che dalla destra crossa in mezzo per Milito, il Principe si gira in area e vede Sneijder che è tutto solo alle sue spalle, passaggio per l’olandese che mette in rete di prima intenzione con il destro. Al 35′ brivido per l’Inter: cross di Pedro, il più attivo dei suoi, Julio Cesar è lesto ad uscire sui piedi di Ibrahimovic ed evitare la capitolazione. Ultima occasione di un primo tempo che non ha visto il giocatore più atteso, Lionel Messi, pungere, viene da una punizione da 30 metri di Sneijder deviata dalla barriera. L’Inter ben messa in campo avrebbe forse meritato qualcosa in più.

SECONDO TEMPO – Pronti, via: l’Inter passa in vantaggio al 3′: discesa di Pandev per Milito che entra in area dal settore destro, assist per un caparbio Maicon che aveva accompagnato l’azione: il brasiliano controlla, riesce ad eludere la marcatura di un avversario e a mettere in rete. All’ 8′ prima fiammata di Messi che prova con un sinistro velenoso, ma Julio Cesar non si lascia soprendere e respinge. Un minuto dopo, il portiere brasiliano concede la replica, stavolta su Busquets. Intanto entra Stankovic al posto di Pandev. Al 17′ arriva il terzo gol: Thiago Motta conquista palla e serve Eto’o, cross da destra per la testa di Sneijder che si tramuta in assist per Milito che sempre di testa mette dentro, il Principe era però, seppur di poco, in posizione irregolare. Un minuto dopo, esce il grande ex: Ibrahimovic, fischiatissimo dal pubblico interista, sostituito da Abidal. Al 27′ Maicon esce per una botta rimediata da Messi, al suo posto entra Chivu. Alla mezz’ora deve abbandonare anche Milito, stremato dai crampi, al suo posto c’è Balotelli. Ora l’Inter, molto stanca, è sulla difensiva e il Barcellona prova ad affondare i colpi: al 34′ altra punizione di Messi, Julio Cesar, tornato una sicurezza, si supera anche questa volta. Al 37′ Stankovic rimedia un’ammonizione pesante che lo costringerà a saltare il ritorno, al Camp Nou non ci sarà nemmeno Puyol. Un minuto dopo Sneijder stende in area Dani Alves, è rigore, ma l’arbitro non lo concede e addirittura ammonisce il terzino del Barça per simulazione. Subito dall’altra parte, Sneijder sbaglia il controllo da ottima posizione, sfuma così una ghiotta occasione per arrotondare. Gli ultimi minuti sono quasi un assedio: Lucio al 41′ salva sulla linea un colpo di testa di Piquè. L’ultimo brivido per i tifosi nerazzurri è la rovesciata di Pedro bloccata bene da Julio Cesar. Poi il triplice fischio e l’urlo liberatorio di San Siro. Madrid ora non è più un’utopia.

IL TABELLINO:
INTER (4-2-3-1): Julio Cesar; Maicon (73’ Chivu), Lucio, Samuel, Zanetti; Cambiasso, Motta; Eto’o, Sneijder, Pandev (56’ Stankovic); D. Milito (75’ Balotelli).
All. Mourinho
A disp.: Orlandoni, Materazzi, Chivu, Muntari, Cordoba.

BARCELLONA (4-2-3-1): Victor Valdes; Dani Alves, Piqué, Puyol, Maxwell; Xavi, Busquets; Messi, Pedro, Keita; Ibrahimovic (62’ Abidal).
All.Guardiola.
A disp.: Pinto, G. Milito, Touré, Jeffren, Bojan, Henry.

Arbitro: Benquerença (POR) (Cardinal – Miranda)
Marcatori: 19’ Pedro; 30’ Sneijder, 48’ Maicon, 61’ Milito
Ammoniti: Stankovic (I); Busquets, Puyol, Piqué, Keita, D. Alves (B)
Recuperi: 1’ pt; 4’ st
Spettatori: 80.074 (Ospiti: 4.000 circa)

martedì 20 aprile 2010

Inter-Barca: 22 bambini rom al 'Meazza

Fonte: Inter.it
[FOTO Martedì, 20 Aprile 2010 11:48:09]

MILANO - Scenderanno in campo questa sera, a fianco dei campioni dell'Inter e del Barcellona. Sono ventidue bambini rom, attualmente ospiti della 'Casa della Carità' di don Virginio Colmegna (nella foto), perchè gli insediamenti dove vivevano a Milano sono stati sgomberati e magari neanche una sola volta. Una situazione di particolare difficoltà per un bambino, che non solo si ritrova privo dei punti di riferimento logistici che gli erano familiari, ma deve essere messo in grado di continuare a frequentare una scuola. Per una notte, forse la notte più 'nobile' del calcio italiano, l'Uefa ha seguito il suggerimento dell'Inter e sposato l'iniziativa di Mastercard che li voleva protagonisti.

Ufficio Stampa

lunedì 19 aprile 2010

QUESTIONE DI CULO, OVVERO CONTROSORPASSO ROMA

Fonte: DeRerumCalciorum

LAZIO-ROMA 1-2 13’ Rocchi - 52’ Vucinic (Rig) - 62’ Vucinic

Niente da fare. Siamo di nuovo secondi. La Lazio domina il primo tempo e va in vantaggio. La Roma è una scialuppa in mezzo alle onde del mare. A inizio ripresa rigore per la Lazio. I biancocelesti hanno su un piatto d’argento l’occasione per chiudere i conti e invece Floccari si fa parare il rigore. Un po’ di minuti dopo rigore per la Roma che Vucinic non sbaglia. Pareggio. Passano 10 minuti e su una punizione dal limite ancora Vucinic colpisce. E’ il gol che regala i tre punti alla Roma e le permette di rimanere in testa alla classifica.
La Lazio ha dominato in lungo e in largo e avrebbe ampiamente meritato almeno il pareggio. La Roma non ha fatto nulla a parte i due tiri in porta da calcio da fermo da cui sono scaturiti i gol.
Purtroppo gli scudetti si vincono anche con la fortuna. Il gol di Riise al 93esimo contro la Juventus, la papera di Julio Cesar, quella clamorosa di Consigli, l’errore dal dischetto di Floccari. Tutti episodi che indicano il livello di fortuna dei giallorossi che mai come quest’anno sta toccando picchi elevati.
Noi non possiamo fare altro che rimanere lì dietro attaccati alle costole. Dovrà prima o poi finire questo culo. Speriamo solo che finisca prima di metà maggio…

venerdì 16 aprile 2010

Inter-Juventus: 2-0, decidono Maicon ed Eto'o

Fonte: inter.it

MILANO - Termina 2-0 il confronto tra Inter e Juventus, anticipo del venerdì valido per la 34^ giornata di Serie A Tim 2009-2010. A segno, nella ripresa, Maicon ed Eto'o.

Parte forte la Juventus, dominando nei primi dieci minuti, ma l'Inter non ci sta e scatena l'offensiva con Thiago Motta, Eto'o, Milito e Sneijder. Non mancano le occasioni ma le reti restano inviolate, nonostante l'inferiorità numerica dei bianconeri, dal 37', per l'espulsione di Sissoko (doppia ammonizione). Buona partenza nella ripresa per la Juventus, nonostante sia in dieci uomini e l'Inter aumenti la pressione di minuto in minuto: la gara è davvero combattuta. Ma al 30' arriva il gol del vantaggio nerazzurro, con Maicon che da fuori area stoppa e tira di destro su rimpallo, dopo che su punizione di Sneijder Milito non aveva trovato la porta. Al 35' i nerazzurri sfiorano poi il raddoppio con Balotelli, che su punizione colpisce l'incrocio dei pali. Nel recupero, al 47', arriva però la seconda rete interista, con Eto'o, servito da Muntari dalla sinistra. Inter-Juventus 2-0.

PRIMO TEMPO - Contro la Juventus di Alberto Zaccheroni, José Mourinho sceglie Zanetti come laterale sinistro a completare la difesa formata da Maicon, Lucio e Samuel. Diga di centrocampo con Thiago Motta e Cambiasso, davanti il trio Pandev-Sneijder-Eto'o a supporto di Milito.
Serata di record questa per due nerazzurri: per il capitano dell'Inter il match contro la Juve segna in calendario la 500^ presenza in A, festeggiata con una particolare fascia celebrativa al braccio; per l'allenatore portoghese si tratta invece della 100^ partita sulla panchina nerazzurra.
Prima del fischio d'inizio un minuto di silenzio per ricordare le vittime della tragedia ferroviaria in Val Venosta. Al 1' arriva la prima palla gol ed è per la Juventus, ma il destro di Iaquinta è debole e non ha problemi Julio Cesar a respingere. Proprio come accade un minuto dopo sul destro dalla distanza di Del Piero. Parte subito forte la Juventus. Al 5' ancora i bianconeri ad attaccare, con Marchisio dalla distanza servito da Diego, ma il tiro di destro del centrocampista italiano termina alto sopra la traversa. Al 12' punizione per l'Inter dopo il brutto fallo di Chiellini (gomitata) su Pandev: a battere Sneijder, il tiro dell'olandese finisce di poco sopra la traversa all'incrocio dei pali. Al 16' la prima vera occasione interista, con il sinistro al volo dalla distanza di Thiago Motta, servito da Maicon, che costringe Buffon a una parata in tuffo. Al 18', da calcio d'angolo, Del Piero tira direttamente in porta, Julio Cesar respinge con i pugni. Al 26' l'Inter parte in contropiede con Pandev che serve Eto'o, il camerunese viene chiuso però in area dall'intervento di Sissoko. Al 29' altro contropiede nerazzurro, con Samuel che serve Milito sulla destra, l'attaccante va al tiro, ma Buffon fa suo il pallone senza problemi. Alla mezzora altra occasione per l'Inter, con la triangolazione Eto'o-Cambiasso-Sneijder: l'olandese va al tiro, centralmente, e il portiere juventino fa sua la palla. Al 37' la Juventus rimane in dieci: arriva infatti la seconda ammonizione per Sissoko, per un fallo su Zanetti, dopo che il centrocampista era già stato ammonito al 21'. Al 40' occasione per l'Inter con Eto'o, che va al tiro di destro, ma Julio Cesar fa suo il pallone. Al 43' Julio Cesar neutralizza senza problemi il tiro di Iaquinta dalla distanza. Dopo due minuti di recupero, termina quindi 0-0 la prima frazione di gioco tra Inter e Juventus.


SECONDO TEMPO - La ripresa si apre con un cambio nelle fila dell'Inter: entra Stankovic al posto di Thiago Motta. Al 3' Julio Cesar in presa sicura su una punizione insidiosa di Diego. Un minuto dopo altra offensiva bianconera con Poulsen servito da Diego, ma il tiro termina a lato. Nonostante l'inferiorità numerica la Juventus non molla. Al 9' la prima occasione per l'Inter in questo secondo tempo: Eto'o si invola in contropiede ma di sinistro calcia male e spreca tirando sopra la traversa. All'11' Balotelli, appena entrato al posto di Pandev, serve dalla sinistra Eto'o, che prova la girata acrobatica ma la palla termina a lato. Al 12' altra palla gol per l'Inter, con Maicon che dalla destra serve Milito: il destro dell'argentino, sottoporta, finisce a lato di pochissimo. Al 15', da calcio d'angolo di Diego, è pericolosissimo il colpo di testa di Cannavaro, ma Julio Cesar riesce a respingere. Al 17' risponde Samuel di testa, da calcio d'angolo battuto da Sneijder, ma la palla finisce di poco fuori. Due minuti dopo insidioso il tiro di Stankovic, Buffon alza sopra la traversa. Al 21' termina di poco a lato il tiro di Maicon. Al 24' clamorosa palla gol per Milito, da calcio d'angolo di Sneijder, ma l'argentino tocca male di testa e la palla termina fuori. Un minuto dopo finisce di poco sopra la traversa il tiro di Sneijder. Al 30' arriva il gol del vantaggio nerazzurro, con Maicon che da fuori area stoppa e tira di destro su rimpallo, dopo che su punizione di Sneijder Milito non aveva trovato la porta. Buffon, in volo, non può nulla sul tiro di potenza del brasilano. Al 35' Inter vicinissima al raddoppio con un tiro su punizione di Balotelli che colpisce l'incrocio dei pali. Al 43' Julio Cesar fa suo il pallone su una punizione pericolosissima di Diego. Al 47' arriva il gol del raddoppio nerazzurro con Eto'o, in corsa, che spiazza Buffon servito dalla sinistra da Muntari. Dopo tre minuti di recupero termina quindi 2-0 il match tra Inter e Juventus. I nerazzurri, con 70 punti, si portano di nuovo in testa alla classifica in attesa del derby di Roma.


INTER-JUVENTUS 2-0

Marcatori: 30' st Maicon, 47' st Eto'o

Inter: 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 6 Lucio, 25 Samuel, 4 Zanetti; 8 Thiago Motta (1' st Stankovic), 19 Cambiasso; 27 Pandev (10' st Balotelli), 10 Sneijder (44' st Muntari), 9 Eto'o; 22 Milito
A disposizione: 21 Orlandoni, 2 Cordoba, 23 Materazzi, 89 Arnautovic
Allenatore: José Mourinho

Juventus: 1 Buffon; 15 Zebina, 5 Cannavaro, 3 Chiellini, 6 Grosso; 8 Marchisio (33' st Salihamidzic), 4 Melo, 22 Sissoko; 28 Diegi; 10 Del Piero (42' pt Poulsen), 9 Iaquinta (27' st Amauri)
A disposizione: 13 Manninger, 7, 16 Camoranesi, 29 De Ceglie, 33 Legrottaglie
Allenatore: Alberto Zaccheroni

Arbitro: Antonio Damato (sez. arbitrale di Barletta)
Note. Ammoniti: 18' pt Samuel, 20' pt Melo, 21' e 37' pt Sissoko, 21' pt Thiago Motta, 29' st Chiellini, 48' st Eto'o, 48' st Balotelli. Espulso: 37' pt Sissoko. Recupero: pt 2', st 3'. Spettatori: 46.164
Ufficio Stampa

domenica 11 aprile 2010

Fiorentina-Inter 2-2

Fonte: DNANERAZZURRO

Il palo di Milito dopo 3′ illude le aspettative, con una reazione da grande squadra riusciamo a ribaltare l’1-0 al 36′ del secondo tempo, quando Eto’o ci regala l’1-2. Il pareggio sinceramente non l’ho capito.

Al di là del risultato, bisogna ammettere che i nostri ragazzi sbagliano troppo: Julio Cesar non è più l’Acchiappasogni, di Maicon è rimasta solo l’ombra del Colosso che conoscevamo, escludendo Chivu che può essere giustificato, gli errori nella costruzione, in finalizzazione, ma soprattutto in difesa (Lucio e Samuel) cominciano davvero ad esser troppi e a costar cari.

Le assenze non possono essere un alibi, la Fiorentina era più rimaneggiata di noi, è mancata quella grinta in più, quella forza di lottare a perdifiato su ogni pallone, quella lucidità sotto porta che fa la differenza. A quanto pare non siamo ancora pronti per reggere su tre competizioni. Adesso palla ai nemici, vediamo cosa sapranno fare.

giovedì 8 aprile 2010

MILANO SIAMO NOI ONLUS "La curva Nord e la curva Sud si raccontano"

Fonte: MILANO SIAMO NOI ONLUS
Passione, spontaneismo, nessuna risorsa economica, solo l’infinito Amore per la propria squadra e per i propri colori.
Alla fine degli Anni ’60 nasce a Milano quell’aggregazione spontanea che diventerà, presa coscienza di sé, il fenomeno della tifoseria organizzata. Negli anni, grazie alla passione che lega i tifosi, questo fenomeno si estenderà anche al resto d’Italia e d’Europa, costruendo quella che oggi è la realtà dei Gruppi Ultras.
La mostra, che percorre gli ultimi 40 anni, ha come protagonisti le decine di migliaia di giovani che si sono accalcati sulle gradinate, prima a San Siro poi in tutto il mondo, per seguire la loro amata squadra.
Vogliamo raccontare la storia di questi Gruppi senza censure, vogliamo spiegare cos’è quella “mentalità” con cui si entra a far parte di questa grande comunità chiamata Curva.

Vogliamo portare in questo “piccolo” spazio la loro grande avventura umana e sociale fatta di: Fede, Gruppo, Striscioni, Cori, Chilometri, Lividi, Folklore, Bandiere, Coreografie, Amicizia, Onore, Presenza, Storia ... parole che per la vita di questi ragazzi hanno un solo significato: essere Ultras.

Questa mostra è la prima in assoluto che racconta la storia, l’organizzazione e la vita degli Ultras delle curve di Milano, creando un percorso multimediale fatto di immagini, reperti storici e filmati audio e video.

Ripercorrerete la vita dei Gruppi delle curve milanesi e la loro organizzazione grazie all’ausilio di pannelli e schermi. Siete pronti a trovarvi in mezzo a San Siro mentre le immagini e i cori delle due Curve cominciano a levarsi al cielo ricreando quel meraviglioso spettacolo che è il Derby della Madunina?

Sarà possibile visitare la mostra dal 12 al 18 aprile 2010
presso il locale Chi Mi Ama in Via del Ghisallo 20 - Milano,
tutti i giorni dalle ore 11:00 alle ore 22:30,
il giovedì dalle ore 11:00 alle 14:30,
Ingresso libero
Per informazioni scrivete a:
info@milanosiamonoi.it

mercoledì 7 aprile 2010

CSKA MOSCA - INTER 0 - 1

Ritorno dei quarti di finale della Uefa Champions League: Cska Mosca vs Inter
conclusa sul risultato di 0 a 1 a favore dei nerazzurri, con goal su calcio piazzato di Wesley Sneijder (6')
L'Internazionale si qualifica così per le semifinali che si disputeranno martedì 20 aprile (andata) allo stadio Giuseppe Meazza
Gara di ritorno; mercoledì 28 aprile allo stadio Camp Nou


venerdì 2 aprile 2010

Inter 1 - CSKA Mosca 0

Fonte: RimessaLaterale

L' Inter ha battuto il Cska Mosca 1-0 nell'andata dei quarti di finale di Champions League. Rete decisiva di Milito al 65'. Primo tempo non entusiasmante i russi si rendono pericolosi al 54' con Aldonin, Julio Cesar devia in angolo. Al 65' i nerazzurri passano con Milito che dal limite dell'area lascia partire un destro che batte Akinfeev L'Inter potrebbe dilagare ma l'imprecisione al tiro e la bravura del portiere impediscono che il risultato assuma proporzioni piu' ampie.


Inter Milan vs CSKA Moscow (1-0)
Caricato da tooons1. - Calcio, basket, wrestling e altro ancora.