venerdì 14 marzo 2008

Giustizia all'ugandese

Fonte: Peacereporter

I ribelli del Lra non verranno giudicati all'Aja, parola del presidente Museveni

E' arrivata per bocca dello stesso presidente, Yoweri Museveni, la svolta che potrebbe segnare la fine della guerra in Uganda. I ribelli del Lord's Resistance Army, protagonisti di 22 anni di guerra che ha devastato il nord del Paese uccidendo decine di migliaia di persone, verranno giudicati in patria, e non dalla Corte Penale Internazionale (Cpi) dell'Aja. �E' un'ottima notizia, che ci permetter� di portare a termine i colloqui di pace�, ha dichiarato a PeaceReporter il dottor David Matsanga, capo-negoziatore del Lra. Salvo colpi di scena, la firma degli accordi dovrebbe avvenire il 28 marzo.

Il presidente ugandese Yoweri MuseveniSecondo quanto riferito dal presidente, i crimini commessi durante la guerra saranno un affare interno: i maggiori verranno trattati da un ramo speciale dell'Alta Corte ugandese, mentre i minori verranno regolati secondo il mato oput, un metodo di riconciliazione tradizionale diffuso nel nord del Paese.
La decisione di Museveni, di cui i ribelli erano all'oscuro secondo Matsanga, toglie l'ultimo grande ostacolo alla conclusione del processo di pace. Braccati dai mandati di cattura internazionale per crimini di guerra e contro l'umanit� emessi dalla Cpi, i vertici del Lra (tra cui il leader Joseph Kony) si sono sempre rifiutati di uscire allo scoperto e di condurre i colloqui di pace in proprio. Ora, lo stesso Kony potrebbe finalmente uscire dal suo nascondiglio nelle foreste al confine tra Congo e Uganda per porre la propria firma sugli accordi finali. Salvo ostacoli dell'ultima ora: secondo Matsanga, infatti, la decisione di Museveni non � stata ancora ufficializzata. �Vogliamo un impegno scritto, che al momento non � stato consegnato n� a noi n� ai mediatori a Juba, in Sudan�, continua.

Non � per� chiaro come possano essere stralciati i mandati di cattura emessi dalla Corte. Museveni, a suo tempo l'ideatore del ricorso alla Cpi contro i ribelli, ha dichiarato che la giustizia internazionale non dovrebbe ostacolare la volont� del popolo ugandese. Ma a riguardo, nessuna dichiarazione � giunta da parte della Cpi, la quale in passato si era rifiutata di bloccare i procedimenti legali contro i ribelli. Un precedente che secondo Frank Nyakairu, analista politico ugandese ed esperto del conflitto, non induce a essere ottimisti: �Penso che l'accordo sia molto positivo � ha dichiarato telefonicamente a PeaceReporter � ma dubito che il governo ugandese abbia la forza per renderlo effettivo e per bloccare i procedimenti. Anche perch�, al momento, i ribelli continuano a uccidere e rapire bambini-soldato�. Recentemente i ribelli erano stati accusati proprio dal governo di aver condotto operazioni militari in Congo, Sudan e Uganda, nonostante la tregua in vigore da un anno e mezzo. Accuse che i ribelli hanno sempre respinto.

Un ribelle del LraL'ottimismo per lo scioglimento del nodo pi� spinoso nelle trattative di pace ha messo in secondo piano il fatto che i colloqui abbiano trascurato le cause alla radice della guerra, focalizzandosi solo sulla sorte giudiziaria dei protagonisti. Pi� volte i ribelli del Lra sono sembrati interessati solo a garantirsi una scappatoia legale, mentre gli abusi compiuti dalle Forze Armate ugandesi non sono neanche stati presi in considerazione. �La popolazione Acholi del nord prese le armi perch� si sentiva trascurata dal governo centrale � conclude Nyakairu �, una motivazione che rimane valida anche oggi. Non mi stupirei se qualcuno decidesse di riprendere le armi�.�

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