lunedì 18 febbraio 2008

CON IL PIGLIO DELLA GRANDE SQUADRA.



Dal sito Nerazzurro.it

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C'è un confine ben definito tra una buona squadra e una grande per davvero, ed è la dimostrazione di forza che si può dare quasi senza sforzo.
Questo confine è stato da noi ieri raggiunto e superato con una prestazione degna di uno spot per il calcio. C'è da vincere una partita comunque importante? C'è da risparmiare importantissime energie psicofisiche in vista della Champions League? Bene, venti minuti di grande calcio, veloce, tecnico, ragionato e pieno di furia agonistica… e livorno a casa. Il resto è un controllo quasi surreale della partita, in cui gli avversari, quasi più per forza d'inerzia che per convinzione, riescono a creare sporadici pericoli.
E' così che funzionano le squadre davvero grandi, quante volte l'abbiamo visto anche a spese nostre?
E così, nel giorno in cui la rometta torna ad esserlo a pieno titolo, voliamo a + 11 in classifica, un margine enorme e (inutile negare l'evidenza) praticamente incolmabile.
Tutti a dire: turnover per risparmiare energie. Bene, e turnover sia… ma cosa cambia? Credo che la "seconda" squadra dell'Inter, probabilmente sarebbe seconda in classifica, senza considerare che è proprio in partite come questa, dove più della tecnica vera e propria, conta la voglia e la determinazione, schierare i titolari, non solo li mette a rischio d'infortuni e surplus di fatica, ma, essendo quelli logicamente concentratissimi sulla CL, anche a figuracce.
Voglio dire: gente come Burdisso, Pelè, Suazo e Crespo, non essendo titolari, al momento, non è logico che giochino alla morte anche una partita meno importante di quella di ieri?
E qui sta la vera grandezza di Roberto Mancini (ed è davvero inspiegabile che si continui a criticarlo) quella di dare le stesse identiche motivazioni a chiunque indossi la nostra maglia e scenda in campo. Un'immagine colta dalle telecamere, ieri, spiega più di mille parole lo stato dello spogliatoio dell'Inter, che poi è il termometro dell'intero ambiente: durante la partita, a bordocampo, Rivas (22 anni, colombiano, da pochi mesi all'Inter) poggiato con un braccio sulla schiena di Ibra, mentre Cruz, dietro di lui, gli batte le mani sulle spalle, in un gesto amichevole.
Ora sotto con il liverpool, sotto con l'obbiettivo primario. Concentrati e, esattamente come ieri, con il piglio autoritario della grande squadra. Ci vuole una vittoria, subito a chiarire a tutti chi siamo, anche in Europa. Tornano i big, gli si chiede la stessa forza e concentrazione dei ragazzi che ieri, in venti minuti, hanno distrutto il livorno.
Chiusura d'obbligo sulla nostra magnifica Primavera che con un vero fenomeno al centro dell'attacco, vince il Viareggio. Per molti di loro, probabilmente, sarà l'apice della carriera, per altri sarà l'inizio di una scalata, me per uno è la consacrazione: Mario Balotelli, il nostro futuro.



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