venerdì 12 novembre 2010

Lecce Inter 1-1 La virtù (o la necessità) del realismo

Fontte: Quelli che l'Inter



C'è una necessità che dopo circa un terzo di partite di campionato e diversi incontri di coppa si presenta ai sostenitori di quasi tutte le squadre. Abbandonare i sogni estivi, prendere atto della realtà e crearsi delle aspettative in linea con la realtà stessa.

L'alternativa è passare da una disillusione profonda all'altra, inseguendo chimere che fanno solo del male.

Nel caso dell'Inter, la realtà da considerare è questa: nel calcio italiano, per quest'anno, non siamo una squadra di vertice. E' accaduto al Milan, è accaduto alla Juve, può accadere anche a noi, tanto più dopo cinque anni di vittorie (e l'ultimo addirittura di trionfi).

Gli obiettivi realistici, per questa stagione sono quattro:
  • qualificarci almeno terzi, per disputare la prossima Champions League;
  • inserire alcune pedine giuste a gennaio per poi completare il rinnovamento nell'estate
  • andare il più avanti possibile in Champions
  • vincere il mondiale per club
Sembrano obiettivi da poco, ma credo che non lo siano e soprattutto non è affatto detto che li conseguiremo. Quindi non c'è spazio per una reazione di delusione rabbiosa dei tifosi; non c'è spazio per presunti alibi offerti agli operatori di mercato, al settore tecnico, ai giocatori. C’è spazio solo per lottare, uniti.

Prima di passare ad esaminare i quattro obiettivi, sgombriamo il campo dalle posizioni precostituite. Quando la stagione richiede un ridimensionamento, le “colpe” sono di tutti. Magari in misura diversa. Di questo si può discutere, perché le risposte che si danno influenzeranno le stagioni successive. Della misura, non del fatto che tutti abbiano responsabilità. Poi certo, c'è anche l'imponderabile, il contingente. Ma la discussione su questo sarebbe sterile, improduttiva perché l'imponderabile non è prevedibile per definizione

Qualificarci almeno terzi

E' evidente che la squadra non è in grado di lottare per il vertice del campionato. Nelle ultime giornate abbiamo faticato moltissimo con squadre come Lecce, Brescia, Genoa, Cagliari. Erano partite nelle quali una squadra da scudetto avrebbe spiccato il volo. Inoltre abbiamo perso con la Roma e pareggiato in casa con la juve. Una marcia non entusiasmante. Alzi la mano chi non firmerebbe per un pari nel derby.
Si può pensare che si tratti di un periodo negativo (sfortunato?) e alimentare così altre illusioni. A mio parere è un periodo ormai abbastanza ampio per dare indicazioni sulla stagione.
Faccio solo l'esempio degli infortuni: eravamo tutti contenti perché dopo la sosta per le nazionali sarebbero rientrati tutti. Oggi abbiamo più assenti di prima. Ci lamentavamo di avere qualche giocatore fuori condizione. Oggi abbiamo giocatori inguardabili. Dicevamo che ci vuole tempo per apprendere il gioco di Benny. Il tempo passa, ma il gioco non migliora (anzi). In compenso non vengono più neppure i risultati.

Le cose dovrebbero migliorare, certo (volevo scrivere “miglioreranno”, poi ho cercato una chiave per toccar ferro e subito dopo ha preferito cambiare espressione). Probabilmente qualcuno rientrerà, qualche altro ritroverà la condizione, otterremo qualche risultato in più. Proprio in questa prospettiva dobbiamo lottare per un piazzamento in CL, che è un obiettivo difficile, ma raggiungibile. Se poi, strada facendo, riuscissimo ancora a reinserirci nella lotta per il primato, tanto di guadagnato, ovviamente.

Inserire le pedine giuste a Gennaio

Senza degli innesti che vadano a colmare le più evidenti lacune fino ad ora emerse (un centrocampista, un esterno una punta e ora anche un difensore) anche gli obiettivi meno importanti potrebbero esserci preclusi.

Tuttavia vedo un pericolo che deve essere assolutamente scongiurato: prendere con contratti triennali o peggio giocatori “tappabuchi” tutto sommato di modeste dimensioni tecniche, che non serviranno al progetto futuro e graveranno sul bilancio, ostacolando possibili acquisti di valore, in seguito.

Allora meglio portare a casa solo 1-2 giocatori, ma che siano davvero cardini fondamentali del rilancio ai massimi livelli. I nomi non li faccio, perché sono solo un tifoso. Ma al contrario di molti interisti, ho fiducia assoluta nella competenza di Branca, se davvero sarà chiamato a scegliere due giocatori di primo livello

Andare più avanti in Champions League

Mi pare già di sentire le accuse di pessimismo, ma io non sono certo neppure della qualificazione. Se giocheremo la partita con gli olandesi ancora con molte assenze di giocatori fondamentali, se la condizione di altri non migliorerà, se non troveremo un’identità tattica credibile, un nuovo pari interno è tutt’altro che da escludere. E a quel punto la trasferta in Germania diventerebbe decisiva.

Passato questo ostacolo della qualificazione, ci giocheremmo le nostre chances in primavera, quando molte cose potrebbero essere cambiate (in meglio, si spera).

Per questo l’obiettivo qualificazione (purtroppo probabilmente al secondo posto) è assolutamente imprescindibile

Vincere la Coppa Intercontinentale

Un eventuale insuccesso credo che potrebbe trasformare la nostra annata in una specie di tragedia sportiva, perché avrebbe conseguenze imprevedibili sull’ assetto tecnico, forse su quello societario e sulla condizione psicologica dei giocatori. A quel punto tutto sarebbe davvero possibile.

Il pericolo maggiore è credere che sia facile. Avere la stessa superficialità e impreparazione con cui abbiamo affrontato l’Atletico Madrid. O il secondo tempo in casa con gli inglesi. O tutta la partita a casa loro. Non facciamoci fuorviare da chi parla di avversari facili o simili sciocchezze.
Tutti giocheranno la partita della vita. Se la giocheremo anche noi, se recupereremo i migliori in buona condizione, se non sbaglieremo nulla nell’approccio alla partita e nell’impostazione tattica, se avremo la determinazione che consente di piegare la sorte a tuo favore, ce la faremo.

Ma i “se” sono tanti, per una prova così decisiva nella nostra annata.

Considerazioni finali

Arrivare terzi in campionato, essere Campioni del mondo, qualificarsi almeno per i quarti di CL, con tutte le difficoltà sino ad ora incontrate, sarebbe certamente un bottino che ci consentirebbe di considerare l’annata positiva, non sprecata. E a me sembrano obiettivi ambiziosi ma realistici.
Considerando anche che alcune indicazioni preziose per il futuro questa stagione ce le ha già date: Su Motta non si può contare, può essere un di più. Chivu e Santon possono essere considerati solo alternative ai titolari. Biabiany neppure quello. Coutinho ha ancora bisogno di tempo per migliorare. L’attacco va opportunamente rinforzato. Dobbiamo porci il problema, conservando almeno il tasso tecnico attuale, di migliorare notevolmente la potenza atletica della squadra.

Sono indicazioni importanti su cui lavorare.

Per un’ Inter sempre più forte.

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