sabato 5 febbraio 2011

QUATTRO GIORNATE PER CHIVU. MA L’INTER E’ DA APPLAUSI

Fonte: De Rerum Calciorum

Quattro giornate di squalifica. Questa la punizione per Cristian Chivu, reo di aver colpito con un pugno in faccia il difensore del Bari Marco Rossi.
"ll gesto del calciatore interista, - si legge in una nota - del tutto avulso dall'azione di giuoco, palesemente intenzionale e potenzialmente lesivo per l'energia impressa e la delicata zona del corpo colpita. Una condotta che integra, nell'esclusione di ogni ragionevole dubbio, gli estremi di quella 'condotta violenta, che rende ammissibile la prova televisiva, resasi necessaria poiché l'arbitro non adottava alcun provvedimento disciplinare in quanto la sua attenzione, come dichiarato su richiesta di questo Ufficio, era concentrata in altra direzione".
L’Inter dal canto suo ha fatto sapere che "La società ha apprezzato la sincerità con la quale Cristian Chivu ha chiesto scusa a tutti dopo l'episodio del secondo tempo di Bari-Inter. Nonostante la gravità della sanzione inflitta, F.C. Internazionale non proporrà ricorso, così accettando le decisioni del Giudice Sportivo".
Innanzitutto sono pienamente concorde con la scelta della società. Bisogna smetterla di trattare i giocatori come dei bimbi viziati. Se sbagliano è giusto che paghino. Quando Krasic venne squalificato per simulazione, la Juventus fece ricorso adducendo alcune motivazioni al limite del ridicolo. Ormai il ricorso è diventato automatico quando le giornate di squalifica sono più di una. Ogni tanto bisognerebbe avere un po’ di ritegno ed evitare ricorsi insensati.
Mi è piaciuto molto anche il fatto che Chivu abbia chiesto scusa davanti le telecamere e che tanto Leonardo quanto Moratti non abbiano tentato di giustificare il gesto del giocatore. Entrambi hanno ammesso che il difensore rumeno ha sbagliato e non hanno cercato giustificazioni tipo “è stato provocato”.
Sinceramente non so se il giocatore sia stato provocato o no, ma ho apprezzato che nemmeno lo stesso giocatore si sia nascosto dietro questa giustificazione. Tra l’altro mi è sembrato un gesto molto istintivo e privo di cattiveria. Al contrario di qualcun altro che in una finale di Coppa Italia puntò un avversario che lo aveva irriso e gli diede un calcione potente alle gambe con tutta la cattiveria che aveva in corpo e poi cercò scuse varie per giustificare il suo gesto.
Non voglio addentrarmi nella giungla dei due pesi e due misure, ne porvi tante domande che cercano risposte. Come per esempio perché se fai un intervento assassino sull’avversario con un fallo da trenta punti di sutura ti becchi due giornate e se tiri un pugno ne prendi il doppio o perché se applaudi l’arbitro vieni espulso e se lo mandi a quel paese e lo chiami figlio di …. non succede nulla o ancora come mai la prova televisiva è così efficiente nei casi che riguardano l’Inter e lo è meno quando riguarda altre squadre.
Domande senza risposte che ci teniamo per noi. E ci teniamo tutto per noi l’orgoglio per questa squadra che vince contro un avversario in più rispetto alle altre, l’orgoglio per un giocatore che ammette le sue colpe e chiede scusa (e comunque spero che negli spogliatoi Materazzi gli abbia spiegato a sberle la pesantezza del suo gesto), l’orgoglio per una società che tratta i suoi giocatori come uomini e non come bimbi viziati (almeno in questo caso, un po’ meno in altre situazioni). Siamo l’Inter e sappiamo differenziarci sempre e comunque.

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