lunedì 15 novembre 2010

Fine della corsa: il derby

Fonte: Quelli che l'Inter...


Commentare una partita dell'Inter, quest'anno, rischia di essere la cosa più noiosa. Per chi scrive e per chi legge. Le situazioni sono sempre le stesse: risultato negativo, dimostrazione di impotenza, errori tattici, infortuni, giovani deludenti e inadeguati, campioni fuori condizione.

So che ci sarà chi proverà a negare l'evidenza di un declino, anzi di un crollo, clamoroso. Operazione legittima. Ma la mia riflessione è indirizzata a quelli che condividono la lettura dei fatti: non riusciamo a battere Bologna, Lecce, Brescia, e simili. Perdiamo con le squadre un po' più forti.

Sappiamo che sulle spiegazioni non riusciremo a metterci d'accordo. Ci sono quelli che “tutte le colpe sono di Massimo Moratti e Branca”, quelli che “tutte le colpe sono di Benny”, quelli che “è colpa di Mou che li ha spremuti (?)”, quelli che “non hanno più fame, sono appagati”.
Che noi si discuta, può essere anche piacevole (anche se era meglio discutere delle vittorie).
L'importante è che non sbagli l'analisi chi deve decidere, perché ne scaturirebbe un declino pluriennale, come è successo al Milan.

Nel dire la mia partirei da due dati di fatto e da un'opinione personale.

I dati di fatto sono

  1. Il ciclo è finito
  2. di fronte a un simile tracollo avvenuto in pochi mesi, le colpe sono di tutti. Al massimo si può discutere sulla percentuale di colpa

L'opinione è questa: personalmente non credo alle motivazioni psicologiche, anche se so di dispiacere a Veleno. Intendiamoci, prima di diventare uomo di scuola mi sono occupato di psicologia. So benissimo che l'uomo non è una macchina e conosco l'importanza delle motivazioni nel funzionamento della macchina umana. Solo che credo che se uno non è capace di darsi continuamente nuovi stimoli, di avere sempre una feroce determinazione professionale, non solo non vince il triplete, ma non arriva neppure a giocare da professionista. Sbaglierò, ma anche nel derby ho visto una squadra che disperatamente cercava di rimettersi in partita, fino alla fine. Quello che mancava non era la voglia, era la potenza, la corsa, la condizione atletica, la brillantezza, la disposizione razionale in campo, la mancanza di giocatori idonei nei punti chiave.

Ripeto: non credo a uno Zanetti, a un Cordoba, a un Lucio, a un Eto'o a un Deki inconsciamente condizionati, frenati nel non dare il massimo. Ma posso sbagliare, certo.

Se così fosse, tutta la mia analisi andrebbe a farsi benedire e in fondo la situazione sarebbe anche migliore del previsto, perché dopo qualche scoppola ritroveremmo i grandi campioni

Un altra considerazione preliminare è questa: non insulterò mai il presidente e i dirigenti che mi hanno regalato gioie calcistiche che ritenevo impensabili. Criticare è un altro discorso, tenendo sempre presente che è una critica esterna, che non tiene conto di situazioni sconosciute, come quelle di ambito finanziario.

Dunque, partiamo da Moratti. Anche qui secondo me c'è una lezione da apprendere che mi sembra indiscutibile: non si possono costruire gli squadroni vendendo ogni anno il giocatore migliore e sostituendolo se va bene, con 3-4 operazioni minori. Wes, Lucio e Milito, lo scorso anno si sono rivelati veri colpi. Frutto di fortuna e di lungimiranza (applausi). Ma sarebbe ingenuo pensare di ripeterli ogni anno. Infatti....
Non puoi pensare di essere il più furbo costruendo sempre successi sugli scarti degli altri. O su trentenni che comunque non hanno fatto una carriera di vertice. Una volta può andarti bene. Sempre no.

Proviamo a pensare se ieri, invece che Milito e Biabiany, avessimo avuto in campo i nostri due ultimi “scarti”: Ibra e Mario. Avremmo stravinto la partita, anche se non c'è mai controprova.

Perché il fatto è questo: di buoni giocatori ce n'è qualche centinaio, in Europa, che alla fine si equivalgono. La differenza la fanno quelli che “spaccano”, che sfondano, che travolgono. Rispondo all'obiezione scontata su Mario (ha voluto andarsene lui, non collaborava...). Perfetto: allora si doveva sostituirlo con uno dalle stesse caratteristiche: Cavani, se si voleva un esterno, Dzeko o uno così se si voleva un centrale.

Personalmente su questo non ho dubbi: se vuoi vincere e restare al vertice, non devi cedere mai i migliori (almeno fino a 32-33 anni) e devi aggiungere uno o due campioni per stagione. Se poi azzecchi l'inserimento di un giovane o di uno poco noto, meglio.

E il campione è tale se alle doti tecniche unisce corsa, determinazione, integrità fisica. Poi in squadra deve essere garantito un elevato tasso di fisicità e potenza.

Adesso bisogna capire: non si poteva fare di più, finanziariamente? Bene. Allora va detto con chiarezza, senza ricorrere a storie come il FPF, di cui non tiene conto assolutamente nessuno. Ci rassegneremo. Come si rassegnano, che so, i tifosi della Fiorentina o della Lazio.

Si son sbagliate scelte strategiche? Allora si deve capire fino in fondo la lezione e correggere il tiro. Da subito. Non vorrei a gennaio sentir parlare di Antonelli, di Milanetto o simili. Che non ci faranno certo tornar grandi.

Dunque per me MM e Branca hanno delle colpe. Non quella di aver scelto Benny. Con Benny sapevo da quest'estate che sarebbe finita così e l'ho scritto. Eppure l'avrei scelto anch'io. Perché sul mercato era l'unico con grande esperienza e un buon curriculum internazionale.

Secondo me i grandi numeri, le serie importanti, dicono la verità.
Una verità è che Ibra ha sempre vinto il campionato. Tutti gli anni, in qualunque Paese, in qualunque squadra.

Un'altra verità è che Benny, a parte Valencia che non considero, ha sempre fatto pessime figure , anche in un campionato tatticamente ridicolo come quello inglese, e disponendo di assoluti fuoriclasse.

Dunque potevi prendere un Mazzarri e avresti fatto sicuramente meglio in campionato.

La vera prova di Benny è ora: se non va avanti (almeno ai quarti) in Champions League e, dopo aver perso la supercoppa, perde anche il mondiale, la sua venuta sarà un disastro e andrà sostituito, per giugno, ma lavorandoci da subito.

D'altra parte Benny ha delle giustificazioni importanti: la squadra non è quella che voleva. Non so se siano giustificazioni i molti infortuni e la scarsa condizione atletica di alcuni big. Prevenire gli infortuni muscolari e portare in forma i giocatori è però non un terno al lotto, ma il compito specifico di un allenatore. Certo, si può dire che la colpa è di...Mou, reo di aver fatto giocare tutti al massimo delle loro possibilità.

L'altro compito specifico di un allenatore è la disposizione in campo. E qui non si può dare la colpa a Mou se oggi si regalano spazi immensi al contropiede avversario, se la difesa viene “alzata” in modo risibile, se non viene protetta dagli esterni, se un giocatore veloce di discreto talento ci fa (o fa fare ai compagni) 6 gol identici in due partite; se persino il Milan ci umilia in contropiede.

Invece non è colpa di Benny la sterilità e l'impotenza offensiva, anche il fraseggio stucchevole che molti gli imputano. Senza punte vere, potenti, devastanti, che fai? Gli avversari lo sanno e si chiudono. Sulle fasce è inutile andare, perché nessuno prenderà mai un cross; in mezzo ti infili in un imputo; se cerchi la profondità è palla persa. Ripeto: proviamo a pensare alla partita di ieri, con gli stessi 9 uomini, ma con un Mario e un Ibra piantati nell'area di rigore rossonera. Davvero crediamo che avremmo perso? No. Avremmo fatto due tre gol e oggi saremmo qui a celebrare la grinta, la determinazione, l'intelligenza dei nostri centrocampisti, le scelte tattiche di Benny....

Già immagino le critiche a questi spunti di riflessione. Per fortuna. Il bello del calcio è proprio questo: non c'è mai una verità assodata.

L'importante è però che quello che si deve fare lo capiscano, e lo mettano in atto, coloro che devono decidere...

Si può discutere anche duramente. Ma non è il momento di dividersi. E' il momento di far sentire voci anche diverse ma unite da un unico obiettivo: trarre il amssimo da questa stagione e ripartire al meglio.

FORZA INTER, le critiche dei tuoi tifosi devono essere solo uno stimolo!

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