giovedì 10 giugno 2010

La vigilia mondiale vista dal Matatu e da Nairobi

Siamo alla vigilia dell’inizio dei Mondiali.

Il Matatu si trova in Malawi e continua l’avvicinamento a Balaka, tanti km macinati ieri (oltre 450) e qualche problema meccanico risolto tempestivamente. L’elettricità scarseggia ancora. Ora in volata fino a Balaka dove il Matatu starà per due giorni ospite di Project Malawi.

Ecco i messaggi della giornata:

Ore 12.19: “Prima sosta dal meccanico xke’ il serbatoio perde. A 3 ore da Kasungu… c***o. Ti faccio sapere.”

Ore 14.32: “Serbatoio riparato. 32 dollari..ripartiamo..”

Ore 19.12: “Arrivati a Kasungu in tardo pome al buio. Trovato unico lodge con posti liberi un po’ fuori budget. Domani Lilonwe incontriamo Caludio (Project Malawi) e poi Balaka”

La tensione della vigilia non si respira nei villaggi del piccolo Malawi.

Nel frattempo a Nairobi (Kenya) sale l’attesa per l’inizio dei mondiali, tutti pronosticano una grande prestazione delle squadre africane (forse mai cosi’ deboli come quest’anno). Tutti pensano che questi sia un momento storico per l’Africa.

Nella “Nairobi bene” il canale sportivo Supersport martella dal satellite: “Once in a lifetime” (una sola volta nella propria vita); sui giornali ristoranti e locali kenyani fanno a gara a chi ha il maxischermo più grande, le radio assicurano una copertura dell’avvenimento 24/7 (24 ore su 24, 7 giorni su 7), la Coca Cola ha disseminato cartelloni pubblicitari ovunque, Safaricom e Zain (compagnie telefoniche) si danno battaglia per offrire il miglior servizio durante la Coppa del Mondo.

Nella Nairobi degli slums, invece, l’attesa è frenetica solo per i “cinema da baraccopoli” dove vedere una partita su panche di legno, stretti in una baracca di lamiera e su un televisore da 22 pollici costerà dai 20 ai 40 centesimi di euro. A Mathare sperano che la Coppa del Mondo possa essere un’occasione per l’Africa per crescere e per dare una diversa immagine del continente. C’è molto orgoglio in ogni Paese africano, forse mai come oggi si può parlare di un’Africa unita, da Algeri a Città del Capo, da Lagos a Nairobi. Un’Africa stretta attorno ad un pallone da calcio.

Quando chiedo pronostici sul possibile vincitore alla gente di Mathare, le risposte sono varie: chi mi conosce mi risponde Italia (forse più per farmi piacere che non per convinzione), gli altri parlano di Brasile, Argentina e Spagna su tutte.

Una certezza: il Matatu tiferà Italia!

Luca Marchina

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