lunedì 30 novembre 2009
martedì 24 novembre 2009
Che mazzata!! Champions: Barcellona-Inter 2-0
Classifica: Barcellona 8, Inter e Rubin Kazan 6, Dinamo Kiev 5.
lunedì 23 novembre 2009
domenica 22 novembre 2009
mercoledì 11 novembre 2009
50 anni con l'Uganda

Carissimi,
festeggerà il 50^ anniversario di impegno in Uganda.
L'appuntamento è per le ore 16.30 presso il Centro Congressi del Santuario della Madonna Addolorata dei Padri
Oblati, in Corso Europa 228 a Rho (MI) e l'iniziativa è aperta a tutti gli interessati.
Buona giornata.
martedì 10 novembre 2009
lunedì 9 novembre 2009
domenica 8 novembre 2009
giovedì 5 novembre 2009
Incredibile Inter: 2-1 Rimontona sulla Dinamo
MILANO, 4 novembre 2009 - Cinque minuti che possono cambiarti la vita. L'Inter passa da una sconfitta che la metteva spalle al muro a una vittoria che la lancia in testa al girone, con tutte altre prospettive. Sotto 1-0, José Mourinho fa un'iniezione di mentalità vincente, rischiando tutto già a inizio secondo tempo, e poi mettendoci un ulteriore carico quando passa a una difesa a tre con Zanetti-Lucio-Maicon. L'Inter perde senso logico e guadagna in furia atletica: è questa che la porta ad una rimonta meritata in tutto il secondo tempo, e concretizzata solo dal 41'. Sneijder prima pesca Milito in area per l'1-1, poi spinge in rete una palla che non voleva entrare, con respinte di Bogush su Muntari e Milito. L'all-in di Mourinho paga, in cinque minuti cambiano le prospettive, forse anche la storia europea dell'Inter.
Cambio di modulo — Inizialmente Mourinho ritrova la sua formazione, l'undici titolare pensato in estate per vincere il mal di Europa dei nerazzurri: c'è Sneijder a ispirare la coppia d'attacco Eto'o-Milito: non si combinerà granché per 45'. L'olandese dimostra subito di non essere in campo con i cerotti (con un tiro fuori di poco), risulta spesso pericoloso, sembra avere qualche pausa nella corsa, ma paradossalmente cresce molto nel secondo tempo. Ripresa che è un vero e proprio monologo, con occasioni a ripetizione, incredibilmente fallite. Se nel primo tempo la Dinamo aveva chiuso tutti gli spazi, il nuovo assetto con il 4-2-3-1, con Balotelli ed Eto'o larghi, mette in crisi la Dinamo, che regge l'urto solo per qualche errore sottoporta della squadra di Mourinho. Balotelli, Eto'o più volte, Samuel arrivano vicinissimi all'1-1, ma la palla sembra non voler entrare. Fino alla volata finale, quando i "nuovi", i meno soggetti alla maledizione europea dei nerazzurri, firmano la folle vittoria.
Cambio di prospettive — Folle ma decisiva: la striscia di otto partite senza vittorie si ferma (è il primo trionfo dal 22 ottobre 2008, 1-0 all'Anorthosis), complice il pareggio fra Rubin e Barcellona i nerazzurri si piazzano primi nel girone, ed ora possono andare a Barcellona con l'acqua molto meno alla gola.
I migliori — Nonostante tutto, il migliore è un difensore: Lucio è immenso nelle chiusure, nel dare la carica, nel vincere tutti gli uno contro uno, quando un mezzo errore significava prendere gol, per assenza di aiuti dai compagni. Poi c'è Sneijder: arriva reduce da uno stiramento e al gelo fa una gara coraggiosa e di sostanza: c'è lui nei gol della rimonta. Ottimo l'impatto anche di Thiago Motta, oltre alla freddezza del Principe Milito. Sono i nuovi acquisti a portare l'Inter oltre la maledizione europea.
Crollo dinamo — La Dinamo esce infuriata. Temperature altissime fra i tifosi, e la febbre suina non c'entra. Sheva li aveva illusi, i difensori Khacheridi e Almeida avevano retto per quasi tutta la gara. E sono quindici: l'aria di derby esalta Shevchenko, che trova il gol numero 15 contro i nerazzurri. Stavolta c'è la sfortunata collaborazione di Cambiasso, che devia il suo tiro di controbalzo (passaggio di Milevskiy): ne esce una parabola che supera Julio Cesar e sblocca il risultato. Per un po' sembra bastare, poi il crollo, sotto i colpi interisti.
martedì 3 novembre 2009
I miei criticano le mie reazioni più degli insulti razzisti
Fonte: Corriere.it
Balotelli: «Il calcio per me è sfogo e divertimento È bellissimo farlo davanti a tanta gente»
CONCESIO (Brescia) — Una notte di passione calcistica (due gol, un rigore procurato, un assist per Eto’o contro il Palermo) e di febbre alta. Che non è passata nemmeno in un venerdì di lotta strenua con il termometro, nella sua bella casa di Concesio, appena fuori Brescia. Giornata difficile per Mario Balotelli, pensando a Livorno (domani, dove non ci sarà, salvo prodigiosi recuperi) e a Kiev, ma simpatica, parlando poco di pallone e molto della sua storia di ragazzo al centro del mondo, a 19 anni. Uno che è abituato da sempre ad andare di fretta.
«I due gol sono prima di tutto per la mia famiglia e poi per Anthony, il mio più caro amico. Mia mamma, mio papà, i miei fratelli e mia sorella sono la cosa più importante che ho avuto e che ho. Mi fido soltanto di loro. Nessuno si deve mai permettere di criticare la mia famiglia. Tutto qui».
Concesio è il suo «buen ritiro». Ci va spesso?
«Appena posso. Qui a Brescia mi sento più tranquillo; magari non è comodissimo per arrivare da Appiano, dopo gli allenamenti, però è un posto bellissimo, perché c’è la mia famiglia».
È vero che genitori e fratelli sono severi con lei, ma che lei li ascolta poco?
«Io sono testardo, però so che quello che mi dicono, me lo dicono per il mio bene. Prima non sono d’accordo e m’incavolo un po’. Poi alla fine, capisco che hanno ragione loro».
È vero che le piacciono i bambini?
«Moltissimo e non da ora; spero di averne tanti, perché sono bellissimi».
Chi sono i suoi amici?
«Ne ho nel calcio, e penso a Paloschi, con il quale gioco nella Under 21 e a Biabiany, che era con me nella «Primavera» dell’Inter e con il quale sono rimasto in contatto.
E poi Martina e Viotti, che giocano nel Brescia. Poi ci sono quelli che non giocano a pallone. Anthony è un tipo eccezionale, proprio una bella persona; è come un fratello, anche se ogni tanto è severo con me. Capita che quando siamo in giro alla sera, mi porta a casa, perché dice: domani ti devi allenare, tu sei un giocatore. E io alla fine gli do retta».
C’è anche un cane che abbaia...
«Volevo prenderne uno. Ma i miei hanno detto: se proprio lo vuoi, prendilo almeno in un canile. Ci sono andato, ne ho guardati tanti, ma non mi piaceva nessuno. Finché ho visto un labrador di un mese e l’ho preso. Adesso lo cura soprattutto mia mamma, perché io fra allenamenti e partite non ho molto tempo».
Parliamo di pallone: che cos’è per lei il calcio?
«È uno sfogo, ma è soprattutto un divertimento. Giocare davanti a tanta gente è magnifico».
Quand’è che ha capito di poter arrivare a giocare in serie A?
«Lo dicevo quando già avevo sei anni. Mia mamma non ci credeva, ma è stata costretta a convincersi. Presto hanno cominciato a cercarmi in tanti, alla fine è arrivata l’Inter».
Non ha mai pensato a dedicarsi ad un altro sport? In fondo, se avesse fatto atletica, visto che lei un po’ assomiglia nel fisico e nel modo di correre a Bolt, non avrebbe avuto a che fare con gli arbitri e non avrebbe dovuto dividere i successi con i compagni di squadra...
«Ho fatto atletica e anche ginnastica, ma poi ho scelto il calcio. Mi è sempre piaciuta la kickboxe, magari un giorno la farò anche. E un giorno mi piacerebbe molto conoscere Bolt».
Che cos’è per lei il gol?
«Una grande gioia, un attimo che ti regala una sensazione bellissima. Ma il massimo del calcio è il dribbling. Soltanto che si contano i gol».
Perché è in assoluto il giocatore italiano che esulta meno quando fa gol?
«Io gioco in attacco; che cosa dovrebbe fare un attaccante, se non segnare? Mi sembra un fatto normale. La gioia la sento, ma mi resta dentro. Segnare a San Siro è una bella emozione, ma non mi sembra il caso di fare troppe scene. Purtroppo quest’anno, ho mancato due gol clamorosi, contro Parma e Cagliari. Peccato, sono molto attento al conteggio dei gol».
Chi sono stati i giocatori dai quali in questi anni ha imparato di più?
«Ronaldo, quello brasiliano, non quello ex Manchester United, purtroppo non l’ho mai conosciuto, ma da piccolo, lo seguivo moltissimo in tv. Già lo studiavo quando era venuto all’Inter e io avevo sette anni. E poi c’è Ibrahimovic, ma non è vero che ho imparato da lui a tenere lontano il difensore, però posso farlo soltanto quando vengo schierato come attaccante centrale e non da esterno».
Sono passati quarant’anni dallo sbarco dell’uomo sulla Luna e venti dalla caduta del muro di Berlino, eppure in tanti vanno ancora allo stadio e invece di guardare una partita, si divertono con i buuh. Che cosa ne pensa?
«Che non è un problema mio, ma loro, anche se non è una bella sensazione. Così certe reazioni ci possono anche stare, come mi è capitato durante la partita con la Roma di sei mesi fa. Peccato che quasi tutti abbiano rotto le scatole più a me che a quelli che urlavano».
All’Inter come si sta?
«Sono molto contento dei miei compagni di squadra; però mi piacerebbe riuscire ad essere più sereno. Ho perso la spensieratezza di quando giocavo con la Primavera».
Moratti la definiva un «giocatore fantastico », quando era ancora lontano dalla prima squadra. Che persona è?
«Sono contento di avere un presidente così. Non credo che tutte le squadre ne abbiano uno come lui. So che mi segue con molta attenzione; mi ha chiamato anche giovedì sera, per sapere come stavo».
Com’è il calcio visto da dentro?
«È un mondo pieno di opportunisti. Ti considerano fino a quando servi. I miei fratelli mi hanno spiegato che è così dappertutto. Sarà...»
Si è molto parlato in questi giorni (e mesi) delle auto di Balotelli...
«Se è per questo mi piacciono anche i go-kart. L’auto è una sola, è una Mercedes e l’ho presa perché ho la passione della velocità ».
Reazioni in famiglia?
«Mia mamma ci è rimasta malissimo e mi ha detto: ma sei pazzo? I miei fratelli volevano che ne prendessi una meno potente. Però io volevo quella e quando mi metto in testa una cosa è quella. Adesso mia mamma è preoccupata».
Un calciatore di 19 anni è molto corteggiato dalle ragazze?
«La mia ragazza si chiama Carla».
lunedì 2 novembre 2009
In surplass con pensieri ucraini: Livorno Inter 0-2
Fonte: Quelli che l'Inter...
Come anticipato in conferenza stampa, il "Mou" attua un mini-turnover, con la sorpresa del giovane Krhin dal primo minuto al posto dell'indisponibile Motta, nel centrocampo con Vieira, Muntari e Stankovic, in attacco rispolverato Mancini a far coppia col "Principe" Milito.
Abbastanza soporifero il primo atto dell'incontro dei Campioni d'Italia, complice, magari, anche la temperatura primaverile quest'oggi presente a Livorno e qualche altro pensiero che disturbava la concentrazione dei giocatori interisti.
Fine del sopore nella ripresa, gli interpreti interisti sospendono lo standby di studio e pigiano lo start da squadra matura e cinica, complice anche l'ingresso in campo di Eto'o al posto del sufficiente Khrin che offre maggiore solidità al gioco d'attacco.
Un chirurgico tiro di Milito e la solita prepotente incursione di Maicon chiudono la partita con un perentorio 2-0 e con tre punti in cassa.
Per "il Principe" sette gol in nove incontri..principesco direi, quasi..."geniale"!
L'infortunio non lieve di Muntari, sottrae qualcosina a questo successo esterno, compensato,se vogliamo, dalla nuova confortante prestazione di Vieira che opziona, vista anche la possibile indisponibilità di Motta e Snaijder, una maglia da titolare per Kiev.
Kiev, Kiev!!! Gira e rigira e il discorso termina sempre alla fredda capitale ucraina, tappa fondamentale per il prosieguo in Champions della nostra Beneamata.
Attendiamo con fiducia e ottimismo.